La Festa dell’Oratorio 2017 si è arricchita quest’anno di una proposta di livello: la mostra sulle APAC, carceri nate in Brasile, carceri un po’ “speciali”, dove non si vedono né armi, né carcerieri.

Lì i detenuti non scappano, perché dall'”amore nessuno fugge“.

Questa frase è stata un po’ anche il segno della festa dell’oratorio, che abbiamo vissuto. È ciò che vorremmo per tutto questo anno: che l’Oratorio sia luogo dove si respira l’amore gli uni verso gli altri, luogo di attrazione e di fascino per i nostri ragazzi.

Circa 450 persone (di cui 7 classi delle superiori) hanno visitato la mostra che è rimasta aperta dal 20 al 27 settembre, presso il Teatro Regina Pacis.

Toccante la testimonianza di mercoledì 20 settembre, alle h. 21.00 in Chiesa Regina Pacis, che ha visto l’intervento di don Claudio Burgio, da anni impegnato con i ragazzi del carcere Beccaria, di Patrizia Colombo, che lavora al carcere di Como ed è Presidente della Cooperativa Homo Faber, e di Edmondo e Zef, che hanno vissuto l’esperienza del carcere.

Ciò che cambia la vita dell’uomo è sempre un incontro.

Un incontro decisivo, con Qualcuno che ti guarda e prima ancora che tu dica qualcosa, ti ama. Come Gesù guardò Zaccheo sull’albero.

Ecco come lo ha detto Patrizia Colombo, in occasione di una presentazione della mostra a Milano, lo scorso 20 aprile 2017:

“In questi anni la vicenda che mi ha spinta, e che mi permette oggi di essere qui a raccontarvi questa cosa, è che è un incontro che fa la differenza: non basta il lavoro, non bastano le opportunità che il carcere dà, ma è un incontro.

E non è un incontro solo ed esclusivamente con il detenuto, ma è un incontro con l’amministrazione, è un incontro con il direttore, è un incontro con gli agenti.”