Le vacanze stanno volgendo al termine; riprendiamo la pubblicazione su questo sito con un titolo forte, che potrebbe suonare provocatorio alla luce degli ultimi avvenimenti politici italiani.

In realta’ il richiamo del titolo arriva da Papa Francesco che ci chiede di guardare il mondo e tornare ad amare la politica verso la quale viviamo un periodo di grande disaffezione.

Se ne parla in questi giorni anche al Meeting in corso a Rimini, che rilancia il tema in un incontro con Artutro Sosa Abascal, preposto generale della Compagnia di Gesu’, cioe’ dei gesuiti, come lo e’ lo stesso Papa Francesco.

Il gesuita è un maestro del discernimento; infatti il discernimento  caratterizza i gesuiti per effetto della loro unità, che prescinde da razza, nazione o altro e che affonda le radici nella storia della loro fondazione.

Gli esercizi spirituali ignaziani conducono al discernimento che poi orienta la coscienza: tra gli imperativi ci sono l’aiutare i poveri e l’accompagnare i giovani, come dice la stessa Evangelii Gaudium del Papa.

Aiutare i poveri e accompagnare i giovani significa acquisire il loro sguardo sul mondo.

Sant’Ignazio di Loyola ci insegna che non possono risolversi nuovi problemi con vecchie risposte; occorre quindi che noi impariamo dal mondo come oggi si presenta a trarre i segni che lo Spirito ci manda.

Come quindi si può tornare ad affezionarsi alla politica?

Abascal afferma: ” Non si può vivere il Vangelo senza assumere una posizione politica. Esistono nella società dei “luoghi teologici”, i giovani, i poveri, gli emarginati, ed è osservando loro che si capisce come Dio agisce nel mondo.”

Per questo la politica intesa come ascolto, comprensione, vicinanza è il servizio più grande e insieme più umile per un cristiano!