“Per discernere la propria vocazione, bisogna riconoscere che essa è la chiamata di un amico: Gesù. Agli amici, quando si fa un regalo, si regala il meglio. (…)

I regali di Dio sono interattivi e per goderli bisogna mettersi molto in gioco, bisogna rischiare. Tuttavia, non sarà l’esigenza di un dovere imposto da un altro dall’esterno, ma qualcosa che ti stimolerà a crescere e a fare delle scelte perché questo regalo maturi e diventi un dono per gli altri.

Quando il Signore suscita una vocazione, pensa non solo a quello che sei, ma a tutto ciò che, insieme a Lui e agli altri, potrai diventare.”

(Papa Francesco, Christus vivit, 287.289)

Continua a leggereIl regalo di Dio

Perché il mondo creda” è il motto che hanno scelto i 23 nuovi sacerdoti che l’Arcivescovo Delpini ha ordinato questa mattina in Duomo (di solito l’ordinazione dei preti novelli avviene alla metà di giugno, ma quest’anno a causa del coronavirus e delle misure imposte di lockdown la cerimonia era stata spostata in settembre).

Un’ordinazione attesa con trepidazione, segnata da una prova- quella dal tempo della pandemia – proprio all’inizio del loro cammino di sacerdoti tra la gente, chiamati ancora di più ad essere testimoni, perché il mondo veda e creda.

Che il loro motto possa davvero essere l’augurio di tutti noi!

Continua a leggerePerché il mondo creda

Lo sfondo in cui ci muoviamo lo descrive bene Papa Francesco: “Il coraggio della libertà che oggi è chiesto a tutti è quello di continuare a occupare il proprio posto nel grande disegno della storia, di resistere alle sirene che vorrebbero farci scappare, pensare a noi stessi, fuggire.

Rimangono i medici accanto ai loro pazienti, rimangono gli infermieri, rimangono i responsabili della cosa pubblica, rimangono le persone chiamate a lavorare, rimangono gli insegnanti, rimangono i preti, rimangono tutti coloro che sono chiamati a restare nelle loro case: restare è il gesto più potente che possa compiere l’uomo nella vita.

Continua a leggereRestare: gesto potente

Portare a compimento

Sabato scorso, 11 maggio 2019, proprio nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Fabio, siamo andati a Bettola, frazione di Pozzo d’Adda, per il solenne ingresso a parroco del nostro don Fabio Coppini.

“Nostro” perché negli anni trascorsi a Saronno è stato amico, padre, fratello, fedele compagno al cammino spirituale di tanti.

Nostro, ma soprattutto del Signore, a cui si è consacrato con il sacerdozio.

E allora ci piace ricordarlo, quando un po’ di nostalgia ci prenderà il cuore, con le parole che abbiamo ascoltato sabato ad inizio celebrazione dal decano:

Dio, che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento.”

Dio lo farà, anzi lo sta già facendo, là dove egli è ora a svolgere il suo ministero.

E lo farà anche con noi. Continuiamo con fiducia il cammino !

Continua a leggerePortare a compimento

Pubblichiamo la lettera ufficiale che ieri è stata letta durante le celebrazioni festive, nelle chiese di Saronno e, in contemporanea, nelle parrocchie di Pozzo d’Adda e Bettola.

Anche ora, don Fabio ci ripete quanto ha sempre predicato: “Ogni circostanza ci è data per verificare la nostra fede in Cristo Risorto, che si fa contemporaneo a noi nella Chiesa.”

Affidiamo al Signore don Fabio e tutte le comunità, specie in questo inizio di Quaresima.

Continua a leggereDire sì alla circostanza

La Diocesi di Milano dedica la prossima domenica, il 16 settembre, alla Giornata del Seminario, per la quale e’ stato coniato anche uno slogan “Per chi vivi?”.

Nel messaggio per tale ricorrenza, l’arcivescovo Mario Delpini parte proprio da questa domanda, che sta alla base di ogni vocazione, per provocare ciascuno di noi e aggiunge:

«Di fronte ad una generazione giovanile che sembra esausta e smarrita, i seminaristi sono testimoni di un senso della vita che apre alla speranza e a scelte coerenti per giungere a una meta».

Questo interpella tutti, non solo i giovani.

Ecco la preghiera con cui possiamo accompagnare i seminaristi che si preparano a diventare preti novelli il prossimo giugno 2019.

Signore Gesù, noi sappiamo

che tu hai stima per ciascuno di noi

e hai inscritto nei nostri cuori

una promessa di felicità.

Aiutaci a sentire la tua voce

che e’ invito alla gioia,

e a spendere con amore

la nostra vita ogni giorno.

Rendi le nostre comunità

vere scuole di preghiera

capaci di fare della speranza

la ragione buona per vivere

e di accendere nei giovani

il desiderio di una vita donata.

Signore, chiama i giovani a seguirti

e manda nuovi preti per la tua Chiesa!

Tu sai che ne abbiamo bisogno!

La stima di tutti per il Seminario

susciti sempre più

la domanda che inquieta

e la risposta che chiama

“Per chi vivi?” – “Seguimi!”

Continua a leggerePer chi vivi? La Giornata per il seminario ci interroga

Nel Vangelo di domenica scorsa abbiamo letto di Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che si avvicinano a Gesù con questa richiesta “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”.

Quasi una pretesa; è forte infatti l’espressione – che quasi impone –  “vogliamo”.

Decido io quello che è bene per me.

Sono io il creatore.

Uomo misura di tutte le cose, decisore ultimo su di sé.

Dov’è finito il progetto di Dio?

E dire che noi siamo stati pensati, amati …!

Continua a leggereQuello che abbiamo in testa

Quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata che rivolge anche a te: “Siate santi, perché io sono santo.”
(…)
Ognuno per la sua via”, dice il Concilio. Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui e non che si esaurisca cercando di imitare qualcosa che non è stato pensato per lui.
(…)
Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova.

Continua a leggereGaudete et exsultate: ognuno per la sua via

Sabato 17 marzo il gruppo di fidanzati ha fatto, con don Fabio, una gita all’isola di San Giulio (sul lago d’Orta) per incontrare sr. Maria Aurora, monaca di clausura di 33 anni, che vive nel convento delle suore benedettine sull’isola. Ecco la testimonianza di una delle coppie, Adriana e Davide.

Incontrando sr. Maria Aurora si resta colpiti dalla sua solarità. Solo guardandola si capisce immediatamente che è una persona felice.

Sorprende un atteggiamento del genere in una persona che – apparentemente – sembra aver rinunciato a tutto (famiglia, amici, lavoro, libertà, soldi).

Ci racconta di sé, della sua vita nel convento, del rapporto con Dio e le consorelle e ci dice che la vocazione e’ una: la vocazione all’amore di Dio.

Impossibile non chiedersi come lei che non ha niente (rispetto a noi che possiamo fare quello che vogliamo e incontrare chi vogliamo) sia così contenta, così certa nella vita (non potendosi certamente trattare dell’entusiasmo dell’inizio: è in monastero da 8/9 anni!).

Ma allora cosa fa felici nella vita?

Siamo grati dell’incontro con suor Aurora perché ci ha testimoniato e ricordato come la presenza di Gesù sia una cosa reale ed è ciò di cui il nostro cuore ha veramente bisogno, tanto da renderla così felice e soddisfatta da provare una certa invidia per lei.

Lei ha donato la sua vita “rinchiudendosi” in un monastero. Le alternative sono due: o è una pazza ( e con lei le altre 69 suore che vivono con lei) o ha capito che per lei quello é il modo per servire il mondo e per essere contenti.

Per noi l’incontro con suor Aurora è stato importante perché ha risvegliato in noi il bisogno di incontrare Gesù nelle nostre giornate, con il desiderio che il rapporto tra noi due sia sempre di aiuto a questo.

 

Continua a leggereVocazione…all’amore di Dio