Da domani entreremo nella settimana Autentica, come la Chiesa chiama la settimana che precede la Pasqua del Signore. Nell’immagine vedete riassunti tutti gli appuntamenti per vivere bene questi giorni, anche restando a casa.
Li trovate anche nel numero unico dell’informatore che potete scaricare qui. In esso anche una delle omelie del Papa da Casa Santa Marta, durante la messa del mattino.
Con la domenica delle Palme entriamo nella Settimana Santa, detta anche autentica. Autentica, cioè vera, quella originale, quella che viene prima e dà senso al tutto.
Potremmo approfittare di questa settimana per rimettere ordine nella nostra vita, per ricentrarla sulle vere priorità. Quelle cose che vengono prima per definizione.
Se vogliamo costruire qualcosa, s’intende.
I nostri bambini ce lo hanno ricordato ogni venerdì, con una bella presenza alla Via Crucis del mattino, prima della scuola. Prima, per dare ordine alla loro giornata di studio, di gioco, ecc.
E lo scorso venerdì hanno ricevuto il fiore del Risorto. Certo, perché il guadagno è che la vita fiorisce, se segui le priorità.
Nella vita di tutti i giorni ci sono le emergenze, lo sappiamo bene, ma colui che trascura le priorità per andare appresso alle emergenze, è stolto; colui che sperona le emergenze per restare fedele alle priorità, è saggio.
Ci sono anche emergenze che appaiono lecite, buone, ma dobbiamo cercare il nostro vero. Ecco come si riconoscono le priorità. Cercando il nostro vero.
Chi resta fedele alle priorità ha una identità, quella che gli ha dato il suo Creatore, il Cristo che in questa settimana va a morire per noi. E che poi risorge.
Ecco il contributo di Laura, aiuto catechista, che ci racconta la settimana autentica che ha vissuto con i bambini di II elementare.
Nelle foto qui sotto c’è il crocifisso che i bambini hanno decorato con i loro fiori.
Ciascuno di loro ha scritto sul fiore un pensiero da dedicare a Gesù risorto che successivamente è stato attaccato ad una croce spoglia: con questo lavoro abbiamo voluto rappresentare la Pasqua ovvero il momento in cui la croce passa da essere simbolo di morte (croce spoglia), al momento in cui rappresenta la vita (croce fiorita).
Un momento semplice ma importante per insegnare che non c’è vera felicità che non nasca dalle difficoltà.