Cenere sul capo riceviamo in questo inizio Quaresima. Che significato ha? Lo scopriamo attraverso il messaggio dei vescovi italiani per questo tempo che ci prepara alla Pasqua.

La Quaresima quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate
ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando (…) Per noi cristiani questi quaranta giorni (…) sono l’occasione per (…) convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo.

(…) come un invito a una triplice conversione: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.
1. Conversione all’ascolto
(…) Nella Bibbia è anzitutto Dio che ascolta il grido del suo popolo sofferente e si muove con compassione per la sua salvezza (cfr. Es 3,7-9). Ma poi l’ascolto è l’imperativo rivolto al credente, che risuona anche sulla bocca di Gesù come il primo e più grande dei comandamenti: «Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore». A questo tipo di ascolto la Scrittura lega direttamente l’amore verso i fratelli (…) significa preparare il cuore ad amare senza limiti.
L’ascolto trasforma dunque anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza
e dell’autoreferenzialità
.
2. Conversione alla realtà
(…) Il Dio cristiano è il Dio della storia: lo è a tal punto da decidere di
incarnarsi in uno spazio e in un tempo precisi. Impossibile dire cosa abbia visto Dio di
particolare in quel tempo preciso tanto da eleggerlo come il momento adatto per
l’incarnazione. (…)
L’ancoraggio alla realtà storica caratterizza dunque la fede cristiana. Non cediamo alla
tentazione di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale della finestra. È
invece urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza,
dai rimpianti o dalle illusioni.
L’atteggiamento del cristiano è quello della perseveranza:
«Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza» (Rm 8,25).
Questa perseveranza è il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso
della storia, personale e comunitaria.
(…)
3. Conversione alla spiritualità
Restare fedeli alla realtà del tempo presente non equivale però a fermarsi alla superficie
dei fatti né a legittimare ogni situazione in corso. Si tratta piuttosto di cogliere “la pienezza
del tempo” (Gal 4,4) ovvero di scorgere l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un
“tempo opportuno”.
(…) Lo Spirito domanda al credente di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo. (…) Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio. Per restare fedeli alla realtà e diventare al contempo costruttori di un futuro migliore, si richiede una interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale, della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre.

Continua a leggereQuaresima: con-vèrtere il cuore

Venerdì 19 marzo nel Quaresimale delle 20.30 abbiamo incontrato don Steven Azabo, in collegamento da Roma, dove sta completando gli studi universitari. Don Steven è un parroco dell’Iraq, la terra dove – proprio a inizio marzo – si è recato Papa Francesco.

Toccante la sua testimonianza; dal 2003 i cristiani in Iraq subiscono persecuzioni e più di 60 sono stati gli attentati a chiese cattoliche. Proprio nella terra dove si identifica di solito l’antica Mesopotamia, la terra di Abramo, la culla della civiltà, il “dove” da cui prese avvio l’identità umana.

Eppure, nonostante il sangue dei cristiani caduti sia più grande del petrolio che si trova in quella terra, ricorda don Steven, la fede viene fuori più limpida, luminosa, forse oserei dire più vera.

“Ci hanno tolto tutto, ma abbiamo capito che possiamo lasciare tutto; basta scegliere il più necessario per la vita”. Queste le parole di don Steven.

E allora l’augurio non è solo quello di tornare alla propria terra, ma di far proprie le parole che ha pronunciato Papa Francesco in questo suo viaggio, nella tappa alla piana di Ur dei Caldei: ” Come Abramo, bisogna alzare lo sguardo e guardare le stelle, per realizzare il sogno di un pianeta dove non trovi più spazio l’odio.”

Per chi vuole riascoltare l’intervento di don Steven, può cliccare qui.

Continua a leggere19 marzo: ancora martiri cristiani oggi

Domenica scorsa abbiamo vissuto l’appuntamento del Quaresimale dialogando ancora una volta tra laici, (Daniele e Chiara) e sacerdoti (don Federico e don Armando). Il tema era la famiglia e le relazioni vissute in questi mesi di pandemia, tra nuove vicinanze (dentro casa) e inusuali distanze (fuori casa).

Ci siamo raccontati, dentro alla normalità della vita; c’è chi ha conosciuto la paternità, e allora in questo tempo sospeso ha avuto una luce forte che ha cancellato il buio fuori, e c’è chi ha riscoperto il rapporto con i fratelli o il valore delle piccole cose.

Abbiamo imparato a fare attenzione agli spazi, dentro casa e dentro al cuore.

Se volete riascoltare, cliccate qui.

Continua a leggere14 marzo: tempo di famiglia

In continuità con la domenica precedente in cui abbiamo affrontato il tema della salute, venerdì 12 marzo abbiamo ospitato, nel Quaresimale cittadino, Daniele Mencarelli, scrittore, poeta, vincitore del Premio Strega Giovani 2020.

I due romanzi che lo hanno fatto conoscere sono La casa degli sguardi e Tutto chiede salvezza, basati sulle sue vicende autobiografiche.

Ultimo uscito, per le edizioni San Paolo, La croce e la via: una Via Crucis originale e provocatoria. Egli attualizza l’immagine della Croce, affiancando al Cristo crocifisso l’Uomo di oggi.  Su tutti una domanda: come si raggiunge la salvezza?

Abbiamo ascoltato la sua testimonianza: la testimonianza di un uomo che ha visto e vissuto  il dolore nell’incontro con gli altri dentro la realtà. Ci ha ripetuto che l’uomo si salva se è disposto a camminare dentro la realtà. Altrimenti vive da addormentato.

“Non siamo fatti per vivere per sentito dire”, come ricordava Giobbe.  Tutte le rivelazioni della vita chiedono l’Incontro.

Ed è necessario fare un cammino, serve il viaggio; come Dante, nella Divina Commedia, come noi, tutti i giorni della vita, chiamati a fare un viaggio che sia un ritorno a casa, al Padre. Al bene.

Per chi vuole riascoltare, può cliccare qui.

Continua a leggere12 marzo: Mencarelli, Tutto chiede salvezza

Con una domanda un po’ provocatoria, abbiamo riflettuto, domenica 7 marzo, attorno al concetto di salute, provando a paragonare quello che ciascuno di noi ha vissuto in questi mesi con l’esperienza di due giovani donne, che per lavoro sono state in prima linea sul fronte Covid e di due sacerdoti della comunità, don Enrico e don Vincenzo, che la sofferenza dei malati di Covid l’hanno toccata con mano.

Tantissimi gli spunti emersi:

non sarà che gli uomini d’oggi hanno scambiato la salvezza con la salute e, cancellato Dio dal loro orizzonte, hanno messo la vita stessa al suo posto? Una vita da conservare ad ogni costo…

– non sarà che ci siamo dimenticati che la vita è prima di tutto un dono? che siamo amati? e che la vita ha senso se è donata?

– forse, piuttosto che aggrapparci al motto dell'”andrà tutto bene”, dovremmo riscoprire il significato di “caro cardo salutis“, la carne di Cristo è cardine della nostra salvezza.

Questo e molto altro….e per riascoltare, clicca qui.

Continua a leggere7 marzo: quando c’è la salute, c’è (davvero) tutto?

Il secondo venerdì di Quaresima, venerdì 5 marzo alle 20.30, è stato possibile grazie alla Commissione Famiglia cittadina che ha invitato al collegamento Rossella De Leonibus, psicologa e mediatrice familiare, esperta in dinamiche di coppia.

Una diversa vicinanza  – con lei collegata da Perugia dove vive e lavora – che tuttavia ci ha permesso di capire quanto sia importante nella coppia, nella famiglia (e più  in generale nel rapporto con gli altri), DIRE BENE dell’altro.

Vedere il bene dell’altro, le sua qualità positive. Maledire è solo guardare alle cose negative, che alla lunga crea nella nostra mente un’immagine sempre più negativa della persona che abbiamo accanto. Maledire appiattisce e falsa la percezione dell’altro.

Vedere solo le cose negative può portare poi a voler cambiare l’altro a tutti i costi, per conformarlo all’immagine che noi abbiamo in mente per lui/lei, quasi a volerlo riplasmare. Questo ahimè è alla luce di tante crisi nella coppia e nella famiglia.

E’ proprio il contrario di quel che si dovrebbe fare: rispettare l’altro per la persona originale che è e per il capolavoro che può diventare.

Benediciamoci e guardiamo alle cose belle che l’altro porta con sé e coltiviamole, perché la relazione fiorisca come uno splendido giardino.

Per riascoltare, clicca qui.

Continua a leggere5 marzo Benedirsi e benedire nella coppia

Venerdì 26 febbraio alle 20.30 ci siamo ritrovati, chi in Chiesa Prepositurale, chi a casa sulle frequenze di Radioorizzonti, per seguire il primo appuntamento dei Venerdì di Quaresima. Abbiamo incontrato il teatro sacro di Angelo Franchini, quale primo linguaggio per entrare nel percorso che ci porterà a Pasqua.

Il titolo “Dio mio…perché mi hai abbandonato?” riprende la domanda di Gesù, ma che è anche la domanda di tanti di noi, specie di coloro che in questi mesi hanno attraversato una sofferenza personale, familiare.

E’ l’ultima grande, e inconfessata a volte, domanda che ci resta.

Con Franchini abbiamo provato ad abitarla.

Per chi volesse rivedere lo spettacolo, ecco il link:

Franchini, 26-02-2021

Continua a leggereIl Venerdì di Franchini

“Sono forse io il custode di mio fratello?”(Gen 4, 9).

Sì, certamente!
Tutto è in relazione e la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri.

Questo e molto altro nel messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace che abbiamo ascoltato nella Prima Domenica di Quaresima, il 21 febbraio scorso, nell’ambito dell’iniziativa “Dialoghi di Pace”.

Qui il link per riascoltare l’incontro:

https://www.dropbox.com/sh/yymdumc37ivw9cf/AAD2t_lmBM1DPdPBpOKKusmda?dl=0

Continua a leggereSiamo tutti custodi

L’uomo è sempre DI qualcuno, è nella relazione che egli continuamente si genera.

E fiorisce. E amato, diventa capace di amare.

A scuola, studiando il latino, si imparavano le declinazioni e mi ha sempre colpito il genitivo; segna un’appartenenza.

E noi: DI CHI SIAMO? Cosa stiamo imparando in questi giorni?

Continua a leggereGenitivo DI