Ecco il messaggio di don Massimo Pirovano, Responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università, sul prossimo Sinodo dei giovani

Il desiderio della gioia abita tutte le stagioni della vita e nell’età giovanile esso si presenta in misura così evidente da poterlo considerare il suo tratto specifico. I giovani nati digitali vivono multitasking: oggi, la ricerca della gioia e del senso della vita li porta a vivere contemporaneamente su più piani.

Così Papa Francesco si è rivolto ai giovani nella sua lettera in occasione del prossimo Sinodo: “Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”.

Il prossimo Sinodo dei Vescovi sui giovani, fortemente voluto da Papa Francesco, rappresenta quindi per la Chiesa l’occasione per riflettere circa il rapporto tra le generazioni. Il Sinodo chiede alla Chiesa di rileggere le pratiche pastorali fino ad oggi poste in essere.

L’intento è quello di uscire incontro ai giovani, a tutti i giovani, nei loro diversi ambiti di vita per aiutarli a rispondere alla domanda “per chi sono io?”.

Questa è infatti la “mossa sinodale”: un giovane incontra la gioia nel momento in cui scopre chi nella sua vita è chiamato a rendere felice. Diverse le proposte in calendario: dalla collaborazione con l’Università Cattolica, alle iniziative di ascolto nell’ambito dello sport, dell’università e del tempo libero, alle possibilità di accostarsi al discernimento attraverso l’iniziativa Start-Up!, al percorso del Gruppo Samuele, alla scuola di vita comune, all’itinerario delineato dalle Veglie di Redditio e in Traditione Symboli, nonché agli esercizi spirituali di Avvento e di Quaresima, per concludere con i pellegrinaggi estivi.

Infatti, la prossima estate i nostri giovani saranno invitati dai loro educatori a camminare insieme lungo strade d’Italia ricche di storia e di spiritualità: pellegrinaggi che si concluderanno a Roma, sabato 11 e domenica 12 agosto 2018, dove tutti insieme ci si porrà in ascolto delle parole di Papa Francesco e si pregherà in vista del Sinodo.

Il nostro augurio è che attraverso queste iniziative tutti i gruppi giovanili diocesani possano prepararsi al Sinodo attraverso la ricezione dei suggerimenti e degli spunti che il Documento Preparatorio ci ha offerto e continua a offrirci: il Sinodo è certamente “dei Vescovi”, ma è la Chiesa intera che vi partecipa a partire proprio dai giovani stessi e dai loro educatori.
 

Continua a leggereIl cammino dei giovani verso il Sinodo – “per chi sono io?”

Tornano anche quest’anno, presso l’Istituto Orsoline, gli incontri sui temi educativi, rivolti in particolare a genitori, catechisti, insegnanti.

Qui la locandina dei 3 appuntamenti, attorno alla questione del “tutto e subito, a volte troppo presto”.

I giovani di questo terzo millennio stanno smarrendo il senso della parola esperienza, perché ne fanno sempre meno.

TV e internet finiscono col sottrarli al rapporto diretto con la realtà e ciò preclude loro la possibilità di scoprire l’avventura dentro la quotidianità.

Questo però non deve far cadere gli adulti nell’errore di un giudizio definitivo.

Gli incontri sono occasione preziosa per riflettere e avere qualche strumento in più per agire.

Prossimo appuntamento: venerdì 17 novembre, h.21.00

 

 

 

 

Continua a leggerePer una bella giovinezza (…non tutto sia troppo presto)

Se parlate di lavoro oggi, sappiate che c’è in gioco una questione antropologica: cosa sarà dell’uomo e del suo destino?

Quale dimensione umana può aiutare a realizzare la vita?

Chiude domani, domenica 29 ottobre, la 48ª settimana sociale dei cattolici italiani; a Cagliari, (qui il link per saperne di più) per parlare, come dice il sottotitolo, del “lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale“.

Con questi 4 aggettivi definisce il lavoro umano Papa Francesco, nell’Evangelii Gaudium. Lavoro come “atto creatore” che deve essere ben fatto per costruire se stessi, secondo il grande Charles Péguy ne L’argent (1913).

La sfida del lavoro, con la disoccupazione giovanile così alta, con le macchine intelligenti e il lavoro a basso costo, è tema che tocca molte famiglie e la società nel suo complesso, finanche la democrazia.

In molti ne parlano. Uno dei pochi a trattare il tema in modo serio è il gesuita Francesco Occhetta ne “Il lavoro promesso”, ed. Ancora.

La domanda sul perché delle tecnologie orienta il progresso stesso e definisce lo ‘sviluppo umano’ per la Chiesa. Ne parliamo perché abbiamo a cuore l’uomo, cioè noi stessi.

Come già aveva intuito Giovanni Paolo II nella Laborem exercens: 

“Mediante il lavoro, l’uomo (…) in un certo senso diventa più uomo”.

 

 

 

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Questa la risposta di Marta, che ha fortemente voluto che la mostra sulle APAC  arrivasse a Saronno, alla domanda:

“Ma chi te l’ha fatto fare di portare la mostra a Saronno? Cosa ha significato per te questo lavoro?”

Un unico motivo, per Marta:

“Riscoprire e raccontare a tutti della sola cosa di cui ho bisogno in ogni istante della mia giornata: essere amata da Uno che, con occhi misericordiosi, mi ama.

Mi ama non perché sono particolarmente brava o coerente, ma perché ci sono e proprio perché sono fatta così.

Essere guardata così, cambia tutto!”

Qui viene fuori un’esperienza vera, che Marta ha fatto; tra poche parole è più difficile nascondersi.

Continua a leggere“Essere guardata così, cambia tutto!”

Domenica 8 ottobre si prospettava un bell’appuntamento per la Comunità Pastorale “Crocifisso Risorto”: la Messa in piazza Libertà.

Confermo: è stata un’esperienza di “Chiesa bella”, fidatevi del mio punto di vista!
Dalla posizione del “coretto Regina Pacis”, in formazione ampliata, si vedeva tanta bellezza: una piazza piena, con tanti bambini, gli scout e i giovani, fra cui educatori e ragazzi reduci dalla redditio symboli.

E vi racconto la Messa, ancora con l’eco delle feste degli oratori, con un punto di vista particolare, quello dei brani cantati ed ascoltati, che hanno dentro più di un bel “messaggio ai giovani”, ai bimbi e agli adulti!

Comincio con un “come te”, per le catechiste, gli educatori, i capi – scout, gli educatori ACR: coloro cui è stato dato un mandato, e per cui vale quel “Io non mi tirerò indietro, io non avrò più paura, di dare tutto di me”.

Nel cammino ci sono “i frutti della terra che Tu moltiplicherai”; “una goccia” come ciascun bimbo che ha ricevuto il catechismo ed ogni altro presente che, nelle “mani” degli educatori, “in mano a Te una pioggia diventerà e la terra feconderà”.

Infine un punto di vista particolarissimo, citato da Don Armando: l’astronauta Paolo Nespoli, un giorno aveva confidato che il posto più bello del mondo per lui era il suo oratorio, quello di Verano Brianza.

E per noi, quale potrebbe essere un “bel” posto?
Perché non seguire Nespoli, che in fondo ha provato a vedere ‘dallo spazio?’
Quindi.. vai in oratorio: “vedrai che bello!”

(grazie a Stefano, per questa sua testimonianza)

Continua a leggerePunto di vista dalla S.Messa in Piazza Libertà

“Dove andate mendicanti della gioia?”
Più volte l’Arcivescovo Mario Delpini rivolge questa domanda ai giovani riuniti in Duomo sabato 7 ottobre per la Veglia della Redditio Symboli.

In questa occasione, i 19enni della Diocesi (tra cui 10 giovani della nostra comunità pastorale) consegnano nelle mani dell’Arcivescovo la propria regola di vita, regola che non è una limitazione alla propria libertà, ma un mezzo per darle una direzione in cui possa produrre il frutto più bello.

A loro, Delpini ricorda che non c’è gioia vera senza un’Annunciazione, senza che un angelo di Dio venga nella tua vita a dirti:

  • rallegrati, esulta di gioia perché Dio ti vuole felice;  Dio non ti vuole imporre qualcosa di gravoso, perché il suo disegno su di te è la tua felicità
  • tu sei degno di essere amato, sei meritevole di stima, a te è stata destinata la grazia di essere figlio di Dio, tu sei adatto per vivere nella gioia così come sei fatto
  • il Signore è con te per dare compimento insieme a te al tuo desiderio, ti chiama a condividere il suo desiderio, che è quello di rendere tutti partecipi della Sua gioia; perciò tu hai la possibilità di dare un compimento alla tua libertà impegnandola per un amore che abbia la bellezza dell’amore di Dio.

E con queste parole di Dio nel cuore diventa tutto un po’ meno faticoso … soprattutto la scelta di essere testimone.

Ringraziamo Norma, che ha accompagnato un gruppetto di nostri giovani alla Redditio Symboli e che ci ha trasmesso questa testimonianza.

Qui sotto alcune foto (c’è anche un selfie con l’Arcivescovo!)

 

Continua a leggereRedditio Symboli dei nostri giovani: una testimonianza

Siamo tutti venuti al mondo con un’attesa, con una promessa.

Da ieri ha preso il via la settimana della Festa dell’Oratorio. Su queste pagine troverete solo qualcosa degli appuntamenti più importanti, perché vogliamo che questa festa sia anzitutto da vivere, da protagonisti, venendo in oratorio a vedere.

Qui lasciamo una riflessione, che vuol essere la cornice dentro cui sarà bello camminare lungo l’anno oratoriano.

L’abbiamo raccolta da Silvio Cattarina, fondatore, a Pesaro, de L’imprevisto, Comunità per il recupero di giovani tossicodipendenti (nella foto la testimonianza di Cattarina e di alcuni suoi giovani, Auditorium di Rho, 18 settembre 2017).

 

“Ai giovani va detto che la vita non è l’esito delle nostre mani, l’esito di quello che ognuno riuscirà a combinare con la propria forza e il proprio impegno.

Ma la vita non è questione di successo.

I giovani – e noi tutti – sono venuti al mondo per una promessa di Bene, a questo solo occorre dobbiamo guardare. E il compito di genitori ed educatori, più che di accogliere, è quello di dire che questo bene c’è.

Il compito è di indicare. Indicare una vita bella, dove sei voluto bene, dove vali tu, in quanto tale, e dove sei anzitutto perdonato.

Perdonati perché investiti da un super dono, che è quello della Presenza di Gesù, nella vita presente, nell’adesso.

Avere un cuore grande, avere un cuore sempre più grande.

Questa la sola preoccupazione.”

 

Tutto il resto verrà. Il cammino di questo anno di Oratorio ha questa ‘pretesa’: di mostrare che si può imparare ad avere questo cuore grande.

Continua a leggereUn anno di Oratorio per avere il cuore grande