Ieri sera, lunedì 17 febbraio, 13 coppie della nostra comunità hanno iniziato con don Denis e con le coppie guida il cammino in preparazione al matrimonio.

Le accompagnamo con la preghiera. La speranza che abbiamo per loro è che coltivino insieme la meta, il dove – insieme – vogliono andare, che cosa vogliano riconoscere. Che si riconoscano compagni di viaggio verso un destino buono.

E anche chi dovesse essere un po’ più fuori dall’orizzonte del credere, riconosca il bisogno di coltivare il rapporto di coppia dentro una stima e dentro un rapporto con degli amici.

Tutta la comunità li accoglie.

Come richiamava infatti Benedetto XVI al 7° incontro mondiale delle famiglie a Milano, nel 2012: “Dobbiamo cercare un amore definitivo e qui è importante che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità, la Chiesa, gli amici.”

Il rapporto coniugale chiede di essere vissuto entro una forte appartenenza comunitaria, in cui è sempre possibile guardare a esempi e trovare sostegno, in particolare nei momenti di fatica.

Continua a leggereColtivare una meta

Delpini incontrando i giovani fidanzati il marzo scorso nella basilica di Sant’Ambrogio, così diceva:

Siate una profezia di pace. Una società dove la famiglia è trascurata, è malata di una tristezza inguaribile. Siate una testimonianza che la vita è capace di generare vita, che l’esistenza non è un’avventura solitaria, ma un affidamento gli uni agli altri.

Un uomo e una donna che si amano e che si sono messi in cammino per prepararsi al matrimonio cristiano vivono momenti esaltanti e altri momenti di ordinario tirare avanti.

Ma la promessa di Gesù è di essere con i suoi discepoli tutti i giorni.

Continua a leggereGesù è con voi tutti i giorni

Sabato 30 marzo il gruppo dei fidanzati ha accolto la proposta di don Fabio e delle coppie guida e ha fatto visita al monastero delle monache benedettine di clausura sull’Isola di Orta San Giulio. La testimonianza di sr. Chiara Maria ha colpito molti.

Ecco alcuni spunti raccolti dai fidanzati che hanno partecipato.

“Siamo venuti per verificare se la comunione tra noi è possibile e…sì, Sr. Chiara ce lo dimostra; è possibile, dentro alle fatiche e alle gioie, solo se c’è un Altro che ci tiene assieme.”

E ci ricorda che “gli uomini non riusciranno mai ad amarsi se non restano nell’amore di Dio. Un Dio che ci vuole così bene che, nel farci incontrare un tu con cui condividere la vita, ci dà un tu proprio giusto per noi, come un vestito che non solo è della taglia giusta, ma ha il colore della sfumatura più appropriata”

Valeria ammette di portarsi a casa dalla gita tre parole:

  • la parola dono; Sr. Chiara Maria ci mostra con la sua vita cosa vuol dire donare …e donare veramente. Lei c’è per tutti. La sua preghiera nella clausura è per poter abbracciare l’intera umanità, iniettando, come in un sistema di vasi comunicanti che ci collega tutti, così tanto amore e fiducia a innalzare il livello di amore e fiducia nei cuori dei vasi vicini.
  • la parola fiducia: fidarsi di Dio, del suo disegno buono, ci fa essere migliori, ci fa camminare nella luce.
  • la parola gratitudine, anzitutto verso Sr. Chiara Maria, per la gioia e la serenità che ci ha trasmesso. Tempo fa, ad un incontro, qualcuno, provocatoriamente, le chiese se non si sentisse in gabbia, dietro le grate della clausura e lei, pronta, rispose “Con quelle facce tristi, gli animali in gabbia mi sembrate voi”. Ecco, quanta serenità vive nel cuore per poter essere così solare, per rispondere così.

Davvero tanta gioia ci ha portato nel cuore questa giornata !! Ben più di quanto è in grado di fare tutto quel che abbiamo nella nostra quotidianità.

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Sabato 17 marzo il gruppo di fidanzati ha fatto, con don Fabio, una gita all’isola di San Giulio (sul lago d’Orta) per incontrare sr. Maria Aurora, monaca di clausura di 33 anni, che vive nel convento delle suore benedettine sull’isola. Ecco la testimonianza di una delle coppie, Adriana e Davide.

Incontrando sr. Maria Aurora si resta colpiti dalla sua solarità. Solo guardandola si capisce immediatamente che è una persona felice.

Sorprende un atteggiamento del genere in una persona che – apparentemente – sembra aver rinunciato a tutto (famiglia, amici, lavoro, libertà, soldi).

Ci racconta di sé, della sua vita nel convento, del rapporto con Dio e le consorelle e ci dice che la vocazione e’ una: la vocazione all’amore di Dio.

Impossibile non chiedersi come lei che non ha niente (rispetto a noi che possiamo fare quello che vogliamo e incontrare chi vogliamo) sia così contenta, così certa nella vita (non potendosi certamente trattare dell’entusiasmo dell’inizio: è in monastero da 8/9 anni!).

Ma allora cosa fa felici nella vita?

Siamo grati dell’incontro con suor Aurora perché ci ha testimoniato e ricordato come la presenza di Gesù sia una cosa reale ed è ciò di cui il nostro cuore ha veramente bisogno, tanto da renderla così felice e soddisfatta da provare una certa invidia per lei.

Lei ha donato la sua vita “rinchiudendosi” in un monastero. Le alternative sono due: o è una pazza ( e con lei le altre 69 suore che vivono con lei) o ha capito che per lei quello é il modo per servire il mondo e per essere contenti.

Per noi l’incontro con suor Aurora è stato importante perché ha risvegliato in noi il bisogno di incontrare Gesù nelle nostre giornate, con il desiderio che il rapporto tra noi due sia sempre di aiuto a questo.

 

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