Le mie forze…basteranno?
Quando il limite che mi riconosco si fa pesante, a cosa mi aggrappo?

Devo giocare nel presente.

È un quotidiano esercizio dell’aver fede, ogni giorno. Un’educazione quotidiana al tirar sera.

Buoni giorni, cari amici!

Continua a leggereTirar sera

Sabato 18 maggio vi aspettiamo in Chiesa allo spettacolo teatrale “I due di Emmaus; un incontro eccezionale” con Giampiero Bartolini e Andrea  Carabelli.

Due discepoli tristi e delusi tornano da Gerusalemme a Emmaus. Uno Sconosciuto li affianca e cena con loro.

La giornata, l’intera vita di Simone e Cleofa viene stravolta da questo incontro.

Essi restano gli “stolti” di sempre, ma due stolti segnati da un evento eccezionale, incredibile, unico, che li sorprende.

I Vangeli raccontano solo il viaggio insieme allo Straniero verso Emmaus, fino alla rivelazione attorno alla tavola.

Esattamente da questo momento prende vita il racconto. Un FATTO storico, accaduto in un luogo preciso della Terra Santa.

Immedesimarsi con questi due testimoni, significa rivivere oggi l’incontro con Cristo e riscoprirne i tratti comuni nella nostra esperienza.

Con quale volto verra’ a noi oggi il Cristo?

Continua a leggereCon quale volto ?

La fede prima di essere una risposta è una domanda, un’apertura del cuore a una Presenza di grazia.

Questa domanda deve essere vissuta, deve diventare esperienza, verifica di una relazione reale tra l’uomo e Dio nello scenario della storia.

E’ quello che hanno imparato a fare, con tutta la semplicità dei piccoli, i nostri bambini di terza elementare, che ieri sera hanno concluso il cammino di catechismo di quest’anno. Molto bello il momento della pizzata in oratorio e il saluto di don Luca ai genitori.

Ci rivediamo a settembre!

Qui sotto alcune foto.

Continua a leggereUna domanda

La fede è un appoggio che mi permette di muovermi.
Non è zavorra che impedisce il movimento e perpetua la rassegnazione.
Domani, domenica 10 marzo, inizia il cammino di Quaresima.

Preziosi saranno gli appuntamenti di catechesi della domenica pomeriggio, alle 16.00, in Prepositurale, e quelli del venerdì sera, alle 21.00, itineranti nelle diverse parrocchie (ve ne daremo conto su questo sito).

Il percorso della domenica ci porta alla riscoperta delle radici cristiane dell’Europa.

Sarà l’occasione per riscoprire il significato di una fede adulta, matura e consapevole delle tante correnti di pensiero che hanno attraversato i secoli in Europa, continente oggi un po’ smarrito.

Ci sorprenderemo del fatto che è ancora possibile sognare un mondo di pace, ma dentro una misura e un ideale, quello della fede in Cristo, unica guida.

Continua a leggereAppoggio che fa muovere…in Quaresima

Don Fabio, Giulio e Francesca sono stati protagonisti, qualche settimana fa, di un viaggio in Africa. Destinazione Kinshasa, capitale del Congo, ospiti della missione avviata da tempo da mons. Antonio Barone.

Questo prete ha un’intuizione grande: si rende conto che in un Paese così povero, non c’è solo l’emergenza alimentare e sanitaria, ma anche una povertà culturale.

È così che crea un centro che faccia crescere ragazzi e giovani da un punto di vista umano, intellettuale e spirituale, che oggi è il Foyer Universitario St Paul a Kinshasa.

Qui, due preti e un gruppetto di laici del COE (Centro Orientamento Educativo), aiutati da mons.Barone, accolgono bambini, adolescenti ed universitari, per accompagnarli in un percorso di crescita e di studio.

La missione non è mandare soldi o aiuti materiali in Africa, neppure comprare un manufatto artigianale di quei Paesi, la missione è anzitutto questione di fede.

Don Fabio, nel suo andare, ha scoperto/riscoperto il volto buono di Gesù, anche nelle pieghe del continente africano.

Cosa porta a casa?

La conferma (e ancora e sempre la sorpresa) del fatto che il cristiano abbraccia tutto. Tutto e tutti.

Il foyer accoglie circa 170 persone, che vanno dai bambini agli universitari, ammessi purché siano poveri, intelligenti e cristiani. Fanno un test e un colloquio individuale. Si investe su di loro.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, la frase che accoglie chi arriva al centro.

I ragazzi cantano, pregano, con una bellezza incredibile. Studiano, cercando l’eccellenza. Hanno sogni, speranze. Spesso sono “figli del cielo”, quando sono stati raccolti dalla strada.

Per la nostra comunità questa testimonianza è un segno grande di Colui che arriva “fino ai confini della terra” attraverso noi cristiani.

Che il nostro cuore e la nostra mente, crescendo nella fede, sappiano davvero abbracciare tutto e tutti.

Perché Cristo è il Tutto che è in tutte le cose.

Continua a leggereIl cristiano abbraccia tutto e tutti (voci dal Congo)

In ogni cuore c’è un tamburo che batte costante e forte, non conosce tregua.

Lo sento battere e so che è il suono della vera fede. in ogni anima c’è una memoria di quando eravamo alti e fieri.

Non posso cadere perché so che siamo nati nella maestà.”

La citazione è del pugile Muhammad Alì, nato Cassius Clay, scomparso qualche anno fa.

Ci sembra che dia la grandezza dell’essere umano e che porti dentro l’intuizione di un Dio che conosce bene le sue creature e punta al loro cuore.

Se Dio non raggiunge e cambia il cuore, vana è la nostra fede.

Continua a leggereDarò loro un cuore nuovo

La Quaresima prosegue e oggi vi offriamo una riflessione attorno al dipinto Incredulità di Tommaso (1601), del Caravaggio; noi siamo quel dito conficcato dentro il costato di Gesù.

Guardate la luce, che è concentrata sui volti e irrompe dall’alto irradiando il corpo di Gesù. E poi rimbalza sul volto dei 3 discepoli.

La ferita del costato è come un varco che raccoglie la sorgente misteriosa della luce.

Una finestra aperta.

Tommaso, lo spavaldo; quello che, quando compare la prima volta nel Vangelo (Gv, 11,16) dice “Andiamo a Gerusalemme a morire con lui”.

Due capitoli dopo, (Gv 14, 1-5), ha già perso la strada “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”

La sua sicurezza è già in discesa.

Si arriva infine al cap. 20, sempre Vangelo di Giovanni.

Tommaso fa la figura dell’empirista, che se non vede e non tocca, non crede.

Il dito che dipinge Caravaggio è il dito dell’uomo che vuole entrare nel cuore di Dio. Tommaso non era con gli altri apostoli quando Gesù era apparso la prima volta.

Non era con loro …non vuol dire solo che era assente.

Non era con loro in senso più ampio indica che Tommaso era un po’ tornato al suo lavoro, alla sua casa; si era dissociato, si era allontanato da quella realtà.

Era stato bello stare con Gesù, ma ora…Che rimpianto!

8 giorni dopo Tommaso c’è. Tornato? E tocca il fondo “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”.

Vuol vedere e toccare se è risorto il Crocifisso, proprio quell’uomo lì.

E Caravaggio cosa fa? Mostra una mano (di Gesù) che prende la mano di Tommaso (la tua, la mia, la mano di ognuno di noi) e la introduce nello squarcio del suo cuore ferito: la tua mano, la mia, non saprebbe in che direzione andare, il mio dito …vorrebbe mettersi in tasca il mistero.

Come se volessimo insegnare noi a Dio come deve agire da Dio. Dio a nostra immagine.

La Pasqua non è un optional, è l’azione che rivela chi è Gesù.

Colui che ci ha amati fino alla fine (in greco fine è telos, che non è solo fine – della vita- ma è anche fine, meta, traguardo).

E questo squarcio è ciò che dà significato a tutto, nella nostra vita!

Nel lavoro, negli affetti, nella dedizione agli altri, nell’impegno di volontariato, in quello politico o sociale… la vita che conta è quella che si vede e si riceve da quella ferita!

E c’è bisogno pure della mano di Gesù che accompagna …perché noi fissiamo lo sguardo, aggrottiamo la fronte, abbiamo un supplemento di attenzione, di tensione, di ricerca.

 

NB. Alcuni storici dell’arte hanno notato che la mano di Gesù sembra ‘copiata’ dalla Creazione di Michelangelo, dipinta nella Cappella Sistina. Ma non è la copia della mano di Dio che con un soffio crea Adamo (e le dita dei due arrivano quasi a sfiorarsi). Caravaggio prende a modello la mano di Adamo! Come a dire che è attraverso i testimoni, attraverso la Chiesa …che noi arriviamo a Gesù. E la mano dipinta ha un che di delicato; Dio non forza la nostra libertà, piuttosto ci invita, come un tocco gentile!


 

Continua a leggereCon il dito di Tommaso (…noi siamo quel dito!)

Siamo un incompiuto che sospira il compimento. Incompiuto degli affetti, di un amore che non è abbastanza amore, di una vita che non è abbastanza vita. E pure un soffrire …di un male che è troppo male, di una delusione che è troppo delusione.

C’è un altrove …della fede e della conversione, dove tutto questo trova una ragione? Si tratta di abitare altri luoghi?

Più semplicemente, Cristo cerca ancora, e sempre, di entrare nei nostri ambienti vitali; è lì che rende presente la bellezza di Dio.

È quindi a partire dai nostri ambienti e dai nostri impegni, che Egli ci conduce a seguirlo in un altrove che altro non è che la possibilità di trasfigurarli. Di abitarli in altro modo, secondo altre logiche, con sentimenti nuovi.

Solo così passiamo da un vivere insensato e affannato, ricurvi sotto pesi che spesso non riusciamo a portare, ad una vita vissuta nella libertà dei figli di Dio, con la consapevolezza stessa di Paolo, che scrive ai Corinzi: “Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo.”

Abitare l’altrove del desiderio di Dio…porta a spalancare porte e finestre, a intraprendere strade ancora sconosciute.

Continua a leggereL’altrove della fede…per abitare altri luoghi

Tante immagini e pensieri ci stanno regalando in questi giorni i pellegrini in Terrasanta; li trovate nella pagina dedicata (una testimonianza preziosa!).

Una foto mi arriva e mi colpisce: e’ la preghiera del Padre Nostro.

Forsa la prima delle preghiere che si insegnano ai bambini.

Un verso mi tormenta, da sempre: “sia fatta la sua volontà” . Facile a dirsi.

Senza pensare ai tragici fatti di cronaca che hanno segnato la fine dell’anno (e pure questi primi giorni di gennaio), anche la nostra comunità è segnata  da drammi grandi e piccoli che ci interrogano.

Come si da a dire “così vuole il Signore. Sia benedetto il nome del Signore”?

Serve tanta fede. Un cammino. Delle prove. Forse non basta una vita.

In questo nuovo anno è l’augurio che faccio a ciascuno: poter arrivare a dire, senza paura, “sia fatta la tua volontà”. Altrimenti, “se non e’ vero questo, non potremo più pronunciare il Padre Nostro”.

Saremmo degli ipocriti.

 

Continua a leggereSia fatta la tua volonta’