Pubblichiamo il breve scritto di don Luca che da ieri, 1º settembre, inizia il suo ministero presso la parrocchia di Baranzate. Come lui stesso ha ricordato sabato, al termine della Messa vigilare delle 17.30, avremo modo di salutarlo ancora nelle prossime settimane, intanto….buona lettura!

Oggi vi saluto. È bello che proprio oggi il Vangelo ci riporti all’inizio dell’attività di Gesù.

Tornare agli inizi fa sempre bene. È più che tornare al punto di partenza, altrimenti saremmo sempre fermi; invece di passi noi è la Chiesa ne abbiamo fatti tanti.

Tante le persone incontrate: spesso compagni di viaggio, altre volte gente che fa altri percorsi. Sempre le parole si sono arricchite dei fatti e dei volti incontrati, e prendono spessore.

L’inizio è Gesù stesso, lui è il punto sorgivo che non si diluisce nel flusso della storia. Ecco, noi abbiamo bisogno di restare sempre davanti al Signore che nella Galilea delle genti – nel mezzo delle nostre giornate confuse e disordinate – ha parole nuove: il Regno dei cieli è iniziato!

Prima o poi abbasseremo tutte le nostre difese e vedremo quanto è bello il nostro mondo attraversato dai passi di Gesù, che si sente a casa ovunque.

Tutto per lui è carico della promessa di Dio.

Tutto è fiore che può sbocciare di umanità, un frutto di cui prendersi cura perché giunga a maturazione.

Io sono contento di questi mesi vissuti tra voi: ho trovato voglia di fare, il gusto di cantare (vuol dire che si è contenti di Dio e dei fratelli), il desiderio di stringere legami, la disponibilità ad essere vicini a tanti che fanno fatica nella vita, la gratitudine per la storia della comunità.

Certo, ci sono anche i problemi…ma quelli non sono una novità, e soprattutto non segnano la strada da percorrere.

Vi ringrazio perché siete ospitali.

Mi spiace essere rimasto alla superficie di tante situazioni, che attendevano una vicinanza e un intervento diversi. E chiedo scusa per tutto quello che non ho capito.

Provate a leggere i versetti finali delle lettere di Paolo: sono pieni di saluti. Nella lettera ai Romani sembrano non finire mai. È il senso di gratitudine con cui Paolo riconosce una rete di legami che il Vangelo è sempre capaci di creare tra i credenti.

Siate contenti! Don Luca

Continua a leggereDon Luca ci saluta

Riportiamo l’ultimo dei saluti “ufficiali” che è stato letto domenica 31 marzo, nella Messa di saluto a don Fabio Coppini. È don Armando che scrive, il prevosto della Comunità Pastorale.

Un prete va, un prete viene. Un prete è sempre un prete. Giusto, bravi. Bell’atto di fede! Pensavo anch’io così da giovane. E ce la mettevo tutta quando cambiava il prete nel mio oratorio per fare questo “atto di fede”…!

Poi il prete lo guardi in faccia, ci parli, ti confidi, addirittura ti confessi e …non è più il prete , ma quel prete lì, preciso, unico, …lui!

All’inizio ti dici che non cambia niente, ma invece cambia. Hai paura della novità. Poi la paura passa e la novità ti incuriosisce, ti attira. Ora c’è don Luca.

Certo, alla notizia di un cambio di prete, negli anziani subentra la stanchezza: “Devo ricominciare da capo, quello mi conosceva…adesso devo raccontargli ancora tutta la mia vita… Lunga!”

Poi va a finire che ti piace quel che dice, quel che fa, quel che è… ti affezioni, ti leghi, e anche quel nuovo prete ti fa bene e (tu non lo sai), ma anche tu fai bene a lui! Bello! Un prete nuovo! Da don Fabio a don Luca!

Grazie, vescovo Mario che, portandocelo via, ci lasci di don Fabio il sapore di una spremuta buona e forte.

Una spremuta di prete, di cristiano,… di uomo! Grazie che ci mandi don Luca per…una nuova spremuta di vita.

Grazie, Signore, per questi tratti di vita insieme!

don Armando

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Ecco il primo impatto con don Luca. Ascoltiamolo.

In questi ultimi sette mesi, ho vissuto ospite e pellegrino e mi sono sempre sentito a casa. A casa degli altri!

E quindi con tanti racconti da ascoltare e poche cose intelligenti da dire; sempre un po’ fuori posto, ma mai appoggiato per caso sopra il davanzale…

Forse sono un tipo sedentario, eppure le strade sconosciute mi attirano sempre; mi piace essere di casa, ma nel cortile, con la gente che entra.

Il salmo 39 dice “presso di te, Signore, io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri.”

La Terra Santa è la casa di Dio, in un modo affascinante e particolare: quelli che si sentono ospitati da Lui in casa sua alla fine trovano anche interessante di trovarvi gente così stranamente diversa, con storie che non si amalgamano mai.

Chi invece cerca di mettere la propria targhetta, trova la terra troppo stretta e vorrebbe che Dio parlasse una sola lingua.

Certo, la Terrasanta non è l’unica casa di Dio, ma il disordine che trovi e la sovrapposizione di pezzi di storie…la fa assomigliare alla mia.

La lettera dell’apostolo Pietro ci suggerisce come fare la strada e trovarsi comunque in famiglia attorno ad un tavolo: “La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio.”

Grazie,

don Luca.

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