In questi giorni, in cui siamo invitati a stare in casa, ricordiamoci di guardare il bene che c’è. Anche lì. In casa nostra.
Altrimenti, a forza di notizie negative, finiremo per identificare quelle parziali immagini con la realtà stessa, “intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore indurisce e i pensieri si incupiscono.” (Benedetto XVI)

E quando la casa ci va stretta, teniamo a mente che “un luogo non è dato innanzitutto dalle mura, ma dalla compagnia che lo rende vivo.” (la frase è di Novella Scardovi, donna straordinaria nell’ordinario, andatevi a leggere la sua storia se avete tempo)

Forse in questa Quaresima il Signore ci sta dicendo, come a Zaccheo, “Oggi devo fermarmi a casa tua”. Cristo viene a casa nostra!

Continua a leggereMi fermo a casa tua

Lo scorso 29 novembre, il gruppo “Amici del giovedì” si è trovato in oratorio per gustare insieme una buonissima cassuoela.

I presenti sono stati molto soddisfatti e dopo il pranzo hanno cantato, accompagnati dal bravissimo Paolo. Cosa ci insegnano?

Emerge chiara l’esperienza che mangiare è un atto di rapporto, non solo una necessità del corpo biologico. Si mangia sempre con un tu.

E l’uomo lo fa con piacere e…con soddisfazione.

Se si sta bene a tavola, non ci si nutre solo delle sostanze contenute nei cibi, ma anche delle belle parole che i commensali si offrono reciprocamente.

Si mangia anche la compagnia di coloro che siedono a tavola con noi.

Curare la tavola, preparare con cura i piatti è uno dei modi per trattare bene noi stessi e gli altri.

E chi si siederà con noi, sentirà che ci è caro, preferito e onorato.

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