Storia della parrocchia Regina Pacis
Brevi cenni storici
Era l’Anno Santo 1950.
Il continuo sviluppo della zona est di Saronno, confinante con i Comuni di Solaro e di Ceriano Laghetto, porta un aumento considerevole di popolazione. L’allora Prevosto di Saronno, mons. Antonio Benetti, sempre sollecito per le necessità spirituali dei suoi parrocchiani, avvertì l’urgenza di una nuova chiesa, che consentisse una cura religiosa di quella popolazione che man mano andava aumentando.
La prima chiesa di Regina Pacis
Il 4 ottobre 1958, l’allora Vicario generale della Diocesi S.E. Giuseppe Schiavini benedisse e inaugurò la nuova chiesa, progettata dall’ing. Riboni e dal geometra A. Galli. La chiesa, negli anni successivi, fu ritoccata architettonicamente, completata e abbellita, con i suggerimenti dell’arch. Latocca e con l’opera artistica del prof. don Balbiani (sistemazione dell’altare), del prof. Carugati (le vetrate e alcuni bassorilievi ornamentali), di Vanni Rossi (mosaico dell’abside e vetrate dei presbiterio) e con la direzione tecnica dell’Ing. Natale Merlotti. Il 25 maggio 1969 il Card. Giovanni Colombo istituì la Parrocchia di Regina Pacis e nominò il primo Parroco: Don Paolo Morelli. La popolazione continuò a crescere e la chiesa parrocchiale funzionò a pieno ritmo.Quando Don Pasquale Colombo arrivò a Regina Pacis, nel 1986, notò come in diverse occasioni la chiesa era veramente piena. Ritenne allora necessario rendere la chiesa più capiente. Intanto erano entrate in vigore nuove norme liturgiche, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II. Così, dopo essersi consultato con altri sacerdoti e con i collaboratori della Parrocchia, decise di intraprendere l’opera di ristrutturazione della chiesa parrocchiale.
La ristrutturazione
Il progetto della ristrutturazione fu affidato a Padre Costantino Ruggeri, apprezzato per la sua genialità artistica e creativa nella costruzione di altre chiese. Padre Costantino, nella progettazione, si è avvalso della collaborazione dell’Architetto Gigi Leoni e nell’esecuzione del progetto ha potuto contare sui preziosi suggerimenti e sulla consumata professionalità dell’ing. Enzo Volontè. Poiché una chiesa parrocchiale non deve calare dall’alto, ma deve nascere dall’interesse e dalla collaborazione di tutti i fedeli, si è cercato di coinvolgere il più largo numero di parrocchiani, facendo venire Padre Costantino a presentare quanto egli andava elaborando e poi tenendo informati costantemente tutti nelle varie fasi dell’opera. La cosa che più premeva era che, al termine dei lavori, ogni fedele potesse dire: «Anch’io ho voluto questa ristrutturazione, anch’io ho dato il mio contributo per la realizza ione di quest’opera». Il coinvolgimento e le adesioni sono state alla fine più larghe del previsto. L’impostazione è piaciuta, i lavori di trasformazione sono stati eseguiti e una folla di fedeli partecipò con grande gioia alla consacrazione della chiesa ristrutturata, domenica 8 novembre 1992, con il Cardinale Carlo Maria Martini.
Non sono mancate anche le offerte spontanee da parte di moltissimi fedeli della Regina Pacis, ma anche delle altre parrocchie della città di Saronno: è stata davvero una gara di generosità. Con la ristrutturazione, la Regina Pacis si è ampliata di circa 250 mq. e si sono creati circa 200 nuovi posti a sedere. L’ampliamento è scaturito dall’aggiunta di due nuovi spazi rettangolari: uno a sinistra, lungo la via XXIV maggio, che ha inglobato fino a filo strada un’area prima inutilizzata e a destra una striscia di terreno fino a filo della casa Fuga, per una magnanima concessione dei proprietari. La ditta costruttrice, designata, dopo una gara d’appalto, fu l’impresa Bonzanni di Uboldo.
Direttore dei lavori fu l’Ing. Enzo Volonté; tecnico dei calcoli strutturali l’Ing. Sergio Borroni. Durante i lavori, di grandissima utilità fu la Commissione per la ristrutturazione composta da: geom. Angelo Banfi che tanto si applicò nel controllo delle opere murarie e nella realizzazione del sagrato, Erminia Pagani, Giulio Piuri, Mario Rebosio, Cado Rotondi, Amaldo Sara, Giuseppe Sirena, Roberto Sironi. Per la finitura degli interni della chiesa, nel limite dei possibile, sono stati interpellati e favoriti impresari che appartenevano alla parrocchia: la vetraria Sozzi, per l’installazione delle nuove vetrate; la Lattuada Marmi, per la fornitura dei marmi per i pavimenti, per quelli della sede presidenziale e per i seggi; la M.S.M. elettronica, per l’impianto di diffusione sonora; l’Affanni verniciature, per le tinteggiature esterne e interne, la Nobili arredamenti, per la bussola e il coro, le Acacie per le piante e i fiori del sagrato. L’opera di ristrutturazione, iniziata nel settembre dei 1990, ha decisamente cambiato volto alla chiesa precedente.
Di questa sono rimasti soltanto il mosaico dell’abside di V. Rossi, e alcune vetrate del prof. Sandro Carugati, collocate in altri ambienti collegati con la chiesa. Le altre vetrate della chiesa precedente non sono state più rimesse, perché, con l’ampliamento, è cambiata la struttura della chiesa. Esse sono state donate alla Parrocchia di Uboldo e collocate nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie alla cascina Girola.
Dopo la Consacrazione sono proseguiti i lavori di completamento, fino all’installazione del coro in legno, dietro l’altare, avvenuta a Pasqua del 1998 e recentemente dell’organo a canne.
Una chiesa rinnovata secondo la sensibilità moderna.
Nel corso dei secoli sono state costruite chiese di vari stili: Romanico, Gotico, Rinascimentale, Barocco, ecc…
Ma i tempi sono cambiati, così come la sensibilità della gente è mutata. Padre Costantino ha voluto quindi essere aperto a tutti i valori nuovi, così che i fedeli di oggi, anche in chiesa, ritrovino linguaggi artistici a loro più congeniali; sono state tolte le barriere architettoniche e predisposti gli accessi anche per le carrozzine.
Padre Costantino ha dichiarato espressamente: «Nel realizzare il Presbiterio, l’Altare, l’Ambone, il Tabernacolo, le Vetrate, il Fonte battesimale, ho scelto, come è sempre mio costume, il linguaggio più moderno, più contemporaneo che ci sia, perché tra gli altri scopi che noi dobbiamo raggiungere, quando costruiamo una chiesa, o quando facciamo un adeguamento liturgico nella chiesa, è di portare la cultura contemporanea al servizio e alla lode di Do».
Una chiesa con effetti di luce sempre in cambiamento.
Padre Costantino ha creato nella nostra chiesa una fonte ricchissima di luci colorate, sempre in cambiamento, attraverso le vetrate. Per raggiungere il massimo effetto, ha scelto i marmi bianchi di Carrara, come materiale per l’altare, l’ambone, il fonte battesimale, la statua della Madonna, la sede presidenziale; ha voluto la tinteggiatura chiara delle pareti della chiesa e marmi di vario colore sui pavimenti: tutto ciò che può riflettere la luce ed i colori.
La nostra chiesa non ha opere d’arte, pitture famose, però ha lo spettacolo della riflessione del sole nelle vetrate: una riflessione non è mai la stessa, cambia con la luce del sole, secondo le ore del giorno, secondo le stagioni.
Tutto questo non è però soltanto uno ”spettacolo estetico“, ha profondi significati, espressi dallo stesso Padre Costantino: «Le vetrate, prese in se stesse, in modo globale, hanno lo scopo di creare uno spazio di gioia. Queste luci che entrano, si riflettono sulle pareti e investono i fedeli – è bello vedere le persone investite dai colori delle vetrate – hanno uno scopo non solo estetico, ma anche spirituale. Quelli azzurri, quelli rossi, quelli gialli, quelli verdi che investono la nostra persona, devono farci capire che noi in chiesa siamo investiti in modo particolare dalla multiforme grazia di Dio, e che la nostra vita, raggiunta dalla Luce di Cristo, deve continuamente rinnovarsi, deve tendere a traguardi sempre più alti, deve far trasparire sempre nuove virtù».