Il nostro Arcivescovo ha scritto una lettera ai 18enni, a tutti coloro che compiranno quest’anno 18 anni. I ragazzi del 2000, i ragazzi del nuovo millennio! Eccola per intero a questo link: Lettera Arcivescovo ai 18enni
Vi traspare l’affetto e il pensiero che Delpini ha per loro.
Tanti gli spunti (quelli che abbiamo amato di più, li abbiamo messi in grassetto o evidenziati in giallo).
Il compimento dei 18 anni deve essere una festa. Festa dell’essere vivi e giovani. E festa della responsabilità, come spiega bene con l’esempio della patente.
Festa in cui si dice grazie per il dono della vita, prezioso, inestimabile.
“Fate della vostra vita un capolavoro”, ci ha detto Giovanni Paolo II alla veglia del Giubileo del 2000 a Tor Vergata, Roma.
Ma come si fa?
“L’uomo deve aspettare con pazienza,
il suo momento di uscire dal mondo,
come aspetta il momento per entrarci.
Maturità è tutto.”
Sono le parole del Re Lear, dall’omonima tragedia di Shakespeare.
Nel testo inglese ‘maturità’ è tradotto da ripeness, che significa sia ‘maturazione’ sia ‘l’esser pronti’.
18 anni punto di arrivo e ripartenza, per essere pronti a rispondere al reale. Rito di passaggio, come l’esame di maturità.
Maturità che ha bisogno di essere radicata nel profondo. Se non è radicata nel profondo, si userà la pelle, che è superficie. Ma la pelle non basta, perché si sfalda a contatto con la realtà.
Solo uno spirito forte, ma permeabile – allo stesso tempo – al bello, al vero, al bene, resiste.
E solo chi si possiede può donarsi al mondo. Maturità è possedersi, aver accettato il compito che è la vita.
Maturità è tutto.