Siamo un incompiuto che sospira il compimento. Incompiuto degli affetti, di un amore che non è abbastanza amore, di una vita che non è abbastanza vita. E pure un soffrire …di un male che è troppo male, di una delusione che è troppo delusione.

C’è un altrove …della fede e della conversione, dove tutto questo trova una ragione? Si tratta di abitare altri luoghi?

Più semplicemente, Cristo cerca ancora, e sempre, di entrare nei nostri ambienti vitali; è lì che rende presente la bellezza di Dio.

È quindi a partire dai nostri ambienti e dai nostri impegni, che Egli ci conduce a seguirlo in un altrove che altro non è che la possibilità di trasfigurarli. Di abitarli in altro modo, secondo altre logiche, con sentimenti nuovi.

Solo così passiamo da un vivere insensato e affannato, ricurvi sotto pesi che spesso non riusciamo a portare, ad una vita vissuta nella libertà dei figli di Dio, con la consapevolezza stessa di Paolo, che scrive ai Corinzi: “Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo.”

Abitare l’altrove del desiderio di Dio…porta a spalancare porte e finestre, a intraprendere strade ancora sconosciute.