Venerdì 25 marzo la Chiesa ha celebrato l’Annunciazione dell’angelo a Maria (narrata nel Vangelo di Luca 1, 26-38). E’ una festa del Signore, ma la protagonista è questa fanciulla, ragazzina, di Nazareth. Una volta in più emerge il modo di fare del Dio della Bibbia: porta il mondo verso traguardi infiniti, ma mai da solo, sempre con alleati e gli alleati non se li cerca tra i potenti.
Questa festa, come ogni festa cristiana, è una sorta di sacramento, è qualcosa che ci coinvolge e rende noi protagonisti del mistero celebrato. Oggi siamo noi quelle persone da poco delle quali Dio ha bisogno per spalancare davanti al mondo un futuro luminoso, un futuro di pace. E noi oggi gli diciamo “conta su di me“, conta su questo corpo e su questa testa, a volte così limitati, perché ciò che ti serve è la mia libertà, non la mia forza.
E poi c’è un altro aspetto, oltre a quello della libertà. Lo rappresenta molto bene il pittore Tiziano, a cui appartiene l’immagine qui sotto, che raffigura l’Annunciazione. Di tutto il racconto del Vangelo (l’angelo arriva, entra, saluta e poi va), Tiziano sceglie un fotogramma che si comprende dalla mano alzata dell’angelo. Non è il gesto dell’allocuzione – che nel mondo classico indicava quando una persona iniziava a parlare – ma è il gesto che accompagna le parole dell’angelo quando dice a Maria “Non temere! …. nulla è impossibile a Dio”.
Quel “Non temere!” è lì fissato per sempre sulla tela, di cui vediamo anche il particolare. Non dobbiamo avere paura neanche noi oggi, nulla è impossibile a Dio. Sta a noi rispondere sì al suo invito, come fece Maria.