Riportiamo qui alcuni stralci della bellissima intervista rilasciata da Papa Francesco a IlSole24ORE qualche giorno fa.
L’invito è a leggerla integralmente (la trovate nella rassegna stampa settimanale)
“I soldi non si fanno con i soldi, ma con il lavoro”
Il singolo può essere bravo, ma la crescita è sempre il risultato dell’impegno di ciascuno per il bene della comunità. Infatti le capacità individuali non possono esprimersi al di fuori di un ambiente comunitario favorevole, perché il risultato raggiunto non è semplicemente la somma delle singole capacità. (…) non per mortificare i singoli o non riconoscere i talenti di ciascuno, ma per aiutarci a non dimenticare che nessuno può vivere isolato o indipendente dagli altri.
La vita sociale è infatti costituita dalla crescita di un popolo.
Se la comunità in cui viviamo è la nostra famiglia, diventa più semplice evitare la competizione per abbracciare l’aiuto reciproco. (…)
Vedere l’umanità come un’unica famiglia è il primo modo per essere inclusivi. (…)
L’idea degli scarti: è un fenomeno nuovo. Chi viene escluso, non è sfruttato, ma completamente rifiutato, considerato spazzatura, avanzo, spinto fuori dalla società. Una economia così strutturata uccide perché mette al centro e obbedisce solo al denaro. Abbiamo in questo modo un’etica non amica della persona. (…)
Nessuna attività procede casualmente o autonomamente. Dietro ogni attività c’è una persona umana. Nell’attuale centralità dell’attività finanziaria dietro c’è la scelta di qualcuno che pensa, sbagliando, che i soldi si fanno con i soldi.
I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro.
È il lavoro che conferisce la dignità all’uomo non il denaro.
In questo momento, nel nostro sistema economico, c’è un idolo, un idolo che si chiama denaro. Questo non va bene: lottiamo tutti insieme perché al centro ci siano piuttosto la famiglia e le persone, e si possa andare avanti senza perdere la speranza.
(…)
L’attività economica non riguarda solo il profitto, ma comprende relazioni e significati. Il mondo economico, se non viene ridotto a pura questione tecnica, contiene non solo la conoscenza del nome (le competenze), ma anche del perché (i significati).
Una sana economia non è mai slegata dal significato di ciò che si produce e l’agire economico è sempre anche un fatto etico.