Prima tappa: il Segno della Croce
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Io credo in Dio,
Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra.
E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen
Il testo del CREDO : a 1.700 dal Concilio di Nicea
Il dono dello Spirito di Gesù ci “divinizza” perché ci rende una cosa sola con Gesù, partecipi della sua vita divina. Nei primi secoli della storia della Chiesa i cristiani hanno molto pregato, pensato, sofferto per difendere l’essenziale verità a proposito di Gesù, contrastando tendenze a semplificare il mistero per renderlo meno scandaloso per il pensiero religioso e filosofico di quei secoli.
Questa drammatica vicenda ha condotto alla professione di fede del Concilio di Nicea, nell’anno 325, che è parte fondamentale del simbolo niceno-costantinopolitano proclamato nelle nostre assemblee durante le celebrazioni domenicali e festive.
Si compiono nel 2025 i 1700 anni dal Concilio di Nicea: è provvidenziale ricordare e celebrare quell’evento e approfondire la parola difficile e irrinunciabile che i padri di Nicea hanno formulato per dire la loro fede:
il Figlio è della stessa sostanza del Padre. Come possiamo dire questa verità perché non sia solo una formula da ripetere? Come può l’affermazione della verità della relazione del Figlio con il Padre essere fonte di vita e di pensiero per il nostro tempo e per la proclamazione della verità cristiana a coloro che ci domandano ragione della nostra fede?
Mario Delpini,
Lettera Pastorale – Anno 2024/20