Padre della vita, che per venire incontro all’uomo, ad ogni uomo, hai scelto di entrare nel mondo e farti bambino, e poi ragazzo, e poi uomo…
A te ci rivolgiamo per dirti il nostro grazie.
Ti parliamo, Padre, e pensiamo a questo bambino, Gesù, al dono che è stato ed è per noi e per tutti.
Pensiamo alla tenerezza e alla serietà di una nascita, alla dolcezza e alla drammaticità, alla gioia e al dolore cui ognuno di noi nella vita, inevitabilmente, va incontro. E sentiamo che all’incanto ed alla gioia per ogni nuova vita si mescola la domanda a volte angosciosa: venire al mondo è davvero un dono?
Il tuo venire al mondo lo è stato. Tu ti sei donato a noi in Gesù e Gesù ha vissuto in pienezza, fino in fondo, il suo essere dono con noi e per noi.
Ma non è sempre così, venire al mondo non basta. A noi tocca decidere se il dono prezioso della vita ricevuta è tesoro prezioso, se ha un valore.
Tu questa scelta l’hai fatta. Sarà così anche per noi? Anche per chi vive una fatica grande, una sofferenza che pare insostenibile, un dramma che devasta, una solitudine incolmabile?
Ti affidiamo tutte le nostre tentazioni di lasciarci andare e arrenderci.
Padre della vita, davanti al presepe, riflettiamo sul tuo esserci nella nostra vita. Tu vieni, sempre vieni, in ogni istante vieni.
Vieni e ti fai vicino, ti fai compagno di viaggio… quanta fatica facciamo a riconoscerti!
Tu sei il Dio che è venuto, viene e sempre verrà, sempre busserà alla porta di ogni cuore, disposto a lasciarsi ospitare da chiunque. Ecco, ti preghiamo, non smettere di venire, perché non vogliamo arrenderci.
Spalanca i nostri cuori perché accogliendo te accogliamo noi stessi e facciamo spazio ai fratelli.
Vieni, Signore Gesù!