L’uomo è sempre DI qualcuno, è nella relazione che egli continuamente si genera.

E fiorisce. E amato, diventa capace di amare.

A scuola, studiando il latino, si imparavano le declinazioni e mi ha sempre colpito il genitivo; segna un’appartenenza.

E noi: DI CHI SIAMO? Cosa stiamo imparando in questi giorni?

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#iorestoacasa è lo slogan di questi tempi.

E i giorni di forzata quarantena casalinga, possono mettere alla prova il rapporto di coppia.

In un suo recente scritto, la psicoterapeuta Mariolina Ceriotti Migliarese* fa il punto sul senso di noia; riflessione preziosa perché proprio la noia può far capolino in queste giornate. La noia, nemico degli adulti e a volte – nella società di oggi – anche dei bambini.

Anzitutto facciamo attenzione ad un grande alibi, che tiriamo fuori spesso nei rapporti tra di noi, con il coniuge, con i figli… che siano gli altri a essere responsabili della nostra noia.

L’alibi per cui sono le cose esterne a noi che non sanno più suscitarci interesse, quando invece ciò che cambia è qualcosa che origina dentro di noi.

Un potente antidoto alla noia è la creatività. Creatività come essere capaci di mettere qualcosa di noi nel mondo esterno. Coltivare il nostro spazio interiore. Anche spirituale.
Dobbiamo impararne la grammatica.

“Nella coppia è molto importante che ciascuno dei due curi concretamente lo spazio di creatività dell’altro così come lui/lei nella propria libertà lo desidera. Solo così il matrimonio diventa un luogo di ben-essere condiviso in cui ciascuno può continuare a crescere e a sviluppare se stesso per tutta la vita.”
Questo vale per la coppia, ma anche per la famiglia nel suo complesso.
L’augurio e la preghiera è che ciascuno di noi, in questi lunghi giorni a casa, trovi quello spazio di libertà per poter compiere la sua vocazione. E che gli altri facciano il tifo per il nostro io migliore.

Allora il matrimonio rifiorisce, allora la famiglia si rinnova.

*Il testo di riferimento è MARIOLINA CERIOTTI MIGLIARESE, La coppia imperfetta, Ares edizioni, 2019.
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Pubblichiamo la preghiera che don Denis ha inviato sul gruppo famiglie. Troviamo un momento per leggerla insieme. In casa, con i nostri cari.

Ridonaci il tuo respiro

Ridonaci il tuo respiro, Signore,

il respiro vitale delle origini del mondo e il respiro santo delle origini della Chiesa.
Signore, permettici di essere espliciti e concreti: ferma l’epidemia, guarisci i malati, illumina l’intelligenza degli scienziati perché producano presto una cura efficace.
Benedici gli sforzi buoni delle autorità civili, riaccendi il gusto e la responsabilità della vita sociale. Restituisci unita e verità alla tua Chiesa.

Ridona a tutti la gioia di vivere questa esistenza fragile, su questo pianeta fragile.

Sappiamo che ci hai fatto per il cielo e ci aspetti in cielo; fa’ che ci giungiamo con un bagaglio di maggiore fiducia e minore angoscia. Accogli presso di te tutte le vittime di questa epidemia. Oggi. Hanno già scontato il loro purgatorio.

Sei Mistero. Sei Dio. Sei Amore.

Aggiusta tu tutte le considerazioni sbagliate ed esaudisci tutte le domande che corrispondono al tuo disegno di salvezza.
Fa’ che ti possiamo sempre volere bene e insegnaci a volerci bene.

Amen.

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(alcuni stralci dalla lettera che il vescovo della Diocesi di Reggio e Guastalla, Mons. Massimo Camisasca, ha indirizzato ai suoi fedeli)

“Da dove viene il coronavirus? Dal cuore della Cina, non certo dal cuore di Dio. Ma è anche vero che Dio si sta servendo di esso per richiamarci tutti ad uno sguardo più profondo sulla nostra vita.
Scopriamo infatti, improvvisamente, di essere fragili: chiusi spesso nelle certezze che ci arrivano dalle grandiose scoperte della scienza e dalla loro applicazione tecnologica, connessi con tutto il mondo e illusi di poterne essere padroni, siamo messi di fronte ad uno scenario più realistico.

L’uomo è debole, fragile e può trovare la sua grandezza e forza soltanto nell’amore verso se stesso, verso il proprio destino personale, temporaneo ed eterno e nell’amore verso gli altri e verso Dio.

Di necessità siamo così portati ad una essenzialità di vita che può creare benevoli momenti di silenzio, di riflessione, di cura.

Preghiamo, nelle nostre case, per noi stessi, per i malati del mondo, per i morti, per i loro cari. Preghiamo per i medici e gli operatori sanitari, preghiamo per gli uomini della sicurezza e dell’esercito, chiamati ad un surplus di fatiche.
Ciò che non sappiamo più fare, ora siamo quasi obbligati a riprendere.

Il coronavirus non lascerà le cose come prima: dopo il suo passaggio saremo migliori o peggiori? Dipende da noi. Esso può diventare occasione di ravvedimento e conversione.

L’uomo senza Dio perde completamente la bussola della propria vita. Con Dio può ritrovarla.

Può diventare un cercatore di infinito.

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In attesa della Messa festiva di domani, che seguiremo ancora grazie ai canali radio e TV, causa il permanere di una situazione sanitaria di rischio, rileggiamo l’omelia che Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha pronunciato la scorsa domenica.

Questo è il tempo favorevole. Ecco il giorno della salvezza.

“Ci viene rivolta oggi una parola che suona inopportuna. Risuona una di quelle parole che possono mettere di malumore, come un intervento maldestro, come un richiamo che sconcerta. Una parola inopportuna mette a disagio, sembra venire da chi non comprende la situazione. E la parola inopportuna è quella di Paolo: ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
È inopportuna questa parola. Suona maldestra e sconcertante, ma non possiamo rifiutarla.

Questo inizio di Quaresima, così strano, senza messa, senza ceneri, senza prediche, questo è il momento favorevole. Questo momento di allarme e malumore, di strade deserte e attività rallentate, questo è il momento favorevole.

È una parola inopportuna, ma è stata proclamata. Non possiamo lasciarla cadere come un seme che vada perduto. Risuoni dunque ancora, illumini questo momento, chiami a conversione, se è una parola che viene da Dio.

Vorrei giungere a tutti, farmi vicino a ogni fratello e sorella che ascolta, entrare in ogni casa, visitare ogni solitudine, guardare negli occhi ciascuno di coloro che vivono male questo momento, accompagnarmi a tutti coloro che sono preoccupati per i loro cari, per i programmi di studio, di lavoro che sono saltati, per gli affari sfumati…

Ripeto: ecco ora il momento favorevole! Ecco il momento favorevole per cercare Dio. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Non c’è niente che possa sostituire la partecipazione corale all’assemblea domenicale. La differenza tra partecipare alla Messa in Chiesa e seguire la messa in televisione è la stessa che c’è tra stare vicino al fuoco che scalda e rallegra e guardare una fotografia del fuoco. Ma in questo momento in cui non è senza pericolo radunarsi in assemblea, è possibile dedicare lo stesso tempo che si dedicherebbe alla messa al silenzio, alla meditazione della Parola di Dio, alla preghiera. Sono certo che lo Spirito di Dio ci aiuterà ad ascoltare l’appello di Paolo, ci incoraggerà alla conversione, ci darà ragioni per partecipare con intensità inedita alla prossima celebrazione eucaristica.

Ecco ora il momento favorevole per abitare il deserto, per esercitare la libertà, riconoscere l’invidia del tentatore e prendere posizione. È il momento per dire sì e per dire no: chi vuoi adorare, Satana o Dio?

Di che cosa vuoi sfamarti: della sazietà che intontisce o della parola che illumina?
Quale immagine vuoi costruirti? Ecco il momento favorevole per essere liberi.

Ecco il momento favorevole per cercare la riconciliazione, per praticare il buon vicinato, per spezzare il pane con l’affamato, per farsi vicini a coloro dai quali tutti si allontanano.

(…) Ecco il momento favorevole per diventare saggi ed evitare lo sperpero. Possiamo usare il tempo per fare del bene, per pregare, per studiare, pensare, dare una mano. Se abbiamo parole, invece di parlare dell’unico argomento imposto in questo momento, possiamo usarle per dire parole buone, parole intelligenti, sagge, costruttive.

Continua a leggereEcco ora il momento favorevole

I Vescovi lombardi hanno preparato questo messaggio che ci aiuta a camminare in questa Quaresima iniziata con l’impossibilità di celebrare la S.Messa in forma comunitaria.

È un richiamo alla preghiera, in forma personale e in famiglia.


Messaggio dei vescovi lombardi.pdf – Download

Noi cristiani in questo tempo forte siamo ancora più interpellati nella risposta alla sequela di Cristo.

C’è un canto che dice “Chi mi seguirà?”

“Chi mi seguirà nel cammino della Pasqua?

Noi ti seguiremo, Signore, sulla tua parola. Guida i nostri passi.”

Continua a leggereIl messaggio dei vescovi lombardi

La realtà chiama e costringe a prendere atto. Il nostro quotidiano è stato investito, con durezza, da questa malattia che tutti ci chiediamo come poter affrontare e limitare per uscirne, se possibile i vincitori o, quanto meno, ammaccati al minimo.

Si avverte un clima di incertezza, timore, inquietudine. Un quadro che non può non risvegliare un sussulto nella coscienza. In quella civica, ma soprattutto, in quella credente.

L’Italia può contare sulla presenza disseminata sul territorio di tanti monasteri da cui deve levarsi un grido di aiuto al Creatore e un grido di soccorso per chiunque condivida il percorso terreno nella storia.

L’atteggiamento interiore è la certezza che lo Spirito creatore non ha aleggiato una volta sulle acque e poi si è ritirato, ma è perenne vitalità creativa.

Lo Spirito continua ad aleggiare e noi creature siamo sotto lo sguardo dell’Altissimo. Gemiamo e facciamo fatica a riconoscere il Suo progetto d’amore.

Forse tutto quello che sta accadendo può rendere il nostro sguardo meno miope.

(stralci da una lettera di Cristiana Maria Dobner, carmelitana scalza e biblista, pubblicata da Avvenire, 25/02/2020)

Continua a leggereGrido d’aiuto al Creatore

Caro Dio, viene di nuovo Quaresima e un po’ siamo spaventati, perché è venuta tante volte e le cose sono rimaste le stesse…

Ma sappiamo che metterci davanti a te, anche solo con i nostri propositi, è una cosa preziosa.

Questo è sempre un tempo di grazia, perché mette il nostro sguardo più di ogni altro tempo sulla croce, per contemplare quanto ci hai amati e continui ad amarci.

(…) Siamo abituati a compiere dei gesti un po’ eroici, a fare qualche sacrificio…ma ci accorgiamo che più significativo è il dono che tu fai a noi.

In questo momento della nostra vita, cosa ci stai suggerendo? Dove ci stai conducendo? Di quali scelte abbiamo bisogno?

Queste sono le domande fondamentali.

(continua)

Don Denis

Continua a leggereCaro Dio, viene di nuovo Quaresima