Agosto, mese che per eccellenza regala vacanze e riposo, è cominciato. In molti partono o sono già partiti.

Quest’anno vi facciamo una proposta: raccontateci qualcosa delle vostre vacanze.

Se Ligabue cantava che “ci han concesso solo una vita” e concludeva che “non è tempo per noi”, aiutateci a dire come le vacanze possono invece essere tempo prezioso, per noi e per coloro cui vogliamo bene.

Mandate una foto e un pensiero (max 140 caratteri) all’indirizzo mail famiglie.reginapacis@gmail.com

A settembre…ne vedrete delle belle!

Continua a leggereVacanze: “è tempo per noi” altro che Ligabue

Questa settimana guardiamo alla montagna, meta di vacanza, d’estate, per tanti di noi.

Anche ai ragazzi dell’oratorio è stata proposta. Perché la montagna ci affascina tanto?

Lo scrittore britannico John Ruskin, vissuto nell’Ottocento, paragonò le montagne alle grandi cattedrali della terra, con i loro portali di roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte di porpora scintillanti di stelle.

Salendo in montagna si sente la gioia di vivere e si dimenticano le miserie delle terra, forse perché siamo più vicini al cielo.

La montagna è il luogo in cui Dio mostra di essere più bravo di Michelangelo a scolpire.

La creazione si impone e si fa interrogare dall’uomo.

Continua a leggereIII quadro estivo (per la settimana dal 31 luglio al 5 agosto)

Iniziamo il II quadro di riflessioni estive con un’immagine ed un racconto (di Padre Andrea Panont, suggerito da una cara professoressa di filosofia).

L’immagine è quella di due bambini in bicicletta, scena comune da vedere, specie nelle lunghe giornate estive.

Il racconto ci invita però a salire su una bicicletta speciale, quella di Dio.

“Spesso in città, ma più frequentemente camminando in campagna, mi capita di lasciare strada a nuclei familiari che, divertiti, scelgono di fare una biciclettata all’aria aperta.

Conosco una famiglia numerosa appassionata proprio della bicicletta. Il papà programmava frequenti gare. Ognuno con la sua bici, quindi ognuno correva con le proprie gambe. Tranne il più piccolo, René che, avendo solo un anno, stava sulla bici del papà. Insomma, al termine di ogni gara, il più felice era lui, René.

Vinceva sempre, correndo con la bici del papà.

Il bello era che nessuno dei fratelli si mostrava geloso delle vittorie del più piccolo. Anche il papà si rallegrava e gioiva anche nel constatare la buona volontà e l’impegno degli altri figli, che immancabilmente davano il meglio di sé.

Anche ora che i figli sono cresciuti, il padre non si stanca di rievocare sempre la gioia delle gare vinte dal più piccolo.

E conclude dicendo che, in ogni competizione della vita, la vittoria è comunque di chi, perché bambino, vive, respira, agisce, combatte, gareggia con la bici di Dio, del papà.

Continua a leggereII quadro estivo (per la settimana dal 24 al 29 luglio)

In diretta dalle vacanze in montagna del gruppo delle medie:

come è possibile accorgersi di un fiore, un piccolo fiore, in mezzo all’erba?

Si può … perché si diventa attenti. La proposta delle vacanze in montagna permette ai ragazzi di fare questo cammino. Di attenzione alle cose e alle persone.

Misura alta.

La montagna evoca l’ascesa dello spirito verso l’alto, l’elevazione verso la misura alta della nostra umanità, che purtroppo la vita quotidiana tende ad abbassare.” (Benedetto XVI)

Continua a leggereAccorgersi di un fiore: misura alta di umanità

Partiamo da un’immagine, uno dei lavoretti fatti dai bambini durante il catechismo.

Una rete, con tanti pesci colorati al suo interno, ognuno diverso dall’altro, ognuno contenente il nome del bambino che lo ha realizzato.

Il pensiero va al brano di vangelo della pesca miracolosa (cfr. Luca 5, 1-11). I discepoli hanno faticato tutta una notte, senza prendere nulla. Di fronte all’invito di Gesù, Simone dice “sulla tua parola getterò le reti”. E finisce che prendono una quantità’ enorme di pesci tanto che le reti quasi si rompono.

L’’immagine di quello che i bambini hanno realizzato e’ la fine di una trasformazione che passa da tre fasi:

  1. SVEGLIARSI (grazie ad un MA). Pietro e i discepoli arrivano dal fallimento di un’ intera notte senza aver pescato nulla. Quanti sono i nostri fallimenti, gli obiettivi mancati, le delusioni? Tanti, troppi in certi momenti. Vorremmo tanto sentire la voce di qualcuno che ci invita, ci propone qualcosa di diverso. Abbiamo bisogno di un MA che ci ridesti, di qualcuno che ci mostri che un’altra via è possibile.
  2. FIDARSI (e muoversi). Al MA bisogna rispondere, come fa Simone “getterò’”; scegliamo di guardare al futuro e ci muoviamo. La pesca allora e’ abbondante e tangibile. Non e’ rimandata a chissà quando, ma si tocca con mano, le reti si spezzano. Non basta mai la nostra competenza, i nostri sforzi.
  3. TRASFORMARSI. L’episodio si chiude con la frase di Gesù: “non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Ed essi lasciano tutto e lo seguono. Perché nulla è più come prima.

La vita cambia, i colori si accendono. Siamo quei pesci colorati, vivi. Unici, irripetibili, preziosi.

Al sicuro, con la guida giusta. Valorizzati per quello che siamo.

I bambini ce lo dicono bene.

Continua a leggereI quadro estivo (per la settimana dal 17 al 22 luglio)

Ogni settimana proporremo uno spunto di riflessione per aiutare il cammino estivo.

Il ‘manifesto’ programmatico che ci guiderà trae origine dal messaggio per l’estate che il Cardinal Scola inviò, nel 2014, a tutta la diocesi milanese.

Ecco alcuni stralci del messaggio, che vorremmo tenere sempre presenti.

Buona lettura!

Il riposo...insieme agli affetti e al lavoro è un tratto costitutivo dell’esperienza umana e ne garantisce l’equilibrio.

(…) tuttavia, perché ci sia una vera ri-creazione dell’io non basta ridurre le ore di lavoro ed ampliare quelle di riposo. Il riposo trova senso in un certo esercizio di libertà.

Il tempo libero è il tempo della libertà.

Non però come libertà da, come uno “staccare la spina”, ma come libertà per.

L’idea, oggi molto diffusa, di libertà come assenza di legami è falsa.

Ciascuno di noi sa sulla propria pelle che un io “disimpegnato” dalla realtà e senza relazioni,inaridisce e muore.

Per ogni credente riposo e festa trovano espressione compiuta nel giorno della con-vocazione, attorno alla mensa eucaristica.

Dimenticando le relazioni, con Dio e con i fratelli, l’uomo non può riposare veramente.

L’autentico riposo nasce dal vivere la comunione.

Infine il binomio riposo-bellezza.

La bellezza ha a che fare con la libertà (…) per questo il tempo del riposo, delle vacanze, è tempo privilegiato per educarsi alla bellezza, quella del creato e quella proveniente dalla mano dell’uomo, ed imparare a custodirla.”

Continua a leggereManifesto per l’estate