Il foglietto della liturgia del primo giorno dell’anno riporta questa bellissima espressione di S. Ambrogio:

“Cristo e’ gioia e ogni uomo che – nel grembo dell’anima sua – ha accolto lo Spirito di salvezza lo dà alla luce”.

E poi, che succede? Possiamo diventare anche noi luce?

Guardiamo una candela. Ne abbiamo forse accesa qualcuna in più in questi giorni. Abbiamo trovato questa preghiera, quasi un buon proposito per il nuovo anno.

 

“Signore, lasciami diventare una luce per il mondo.

La candela si smorza, si consuma nel suo compito.

 

Lascia che anch’io diventi un servitore.

Con questa candela si possono accendere altre candele.

 

Signore lasciami diventare un esempio per gli altri così che

anch’essi risplendano e rechino luce al prossimo”.

Continua a leggereChi lo accoglie, lo dà alla luce

Fine di un anno e inizio di una nuova pagina da scrivere. Quanti auguri ci scambiamo in questi giorni.

Un pensiero per andare avanti, ringraziando Roberto per la segnalazione:

“Chi è appassionato alla vita e al suo senso,

alla fine di un anno

cerca dentro di sè e fuori di sè i motivi per ringraziare,

che è come dire i motivi per ricominciare.” (Davide Rondoni)

Auguri!

Continua a leggereBuon anno! Benvenuto al 2018

Pinocchio: un personaggio scomodo, a tratti fastidioso…forse perché’ parla di noi.
Ci mette in discussione.
Noi e la nostra vita.

Ieri sera il primo incontro di un cammino, dentro alla esperienza di lettura che ciascuno di noi ha fatto con “L’avventura di Pinocchio” di Franco Nembrini.
Cammino che ci rimette davanti alcune domande chiave, a cui Nembrini in alcuni casi proverà a suggerire una risposta.

Grazie agli spunti di Roberto, Maurizio e Roberto ve ne offriamo 3:
1. La partenza è la realtà: come fanno (o dovrebbero fare) mastro Geppetto e mastro Ciliegia. Nell’affrontare le vicende della vita, cosa vuol dire per noi partire dalla realtà?

Di fronte alla vita, ciascuno fa dei progetti, insegue degli obiettivi, è giusto…ma lo scarto della vera riuscita sta tra chi vede solo il suo progetto, convinto di poter far tutto e se qualcosa va storto, la colpa è sempre di qualcuno, così che alla fine diventa un arrabbiato della vita, e chi invece è disposto a modificare il suo piano, a fidarsi di ciò che accade, a guardare più in là.

2. Certo le tentazioni non mancano, il male, il peccato ha sempre un volto affascinante. L’uomo senza un sostegno e’ debole. Debole anche di fronte alla questione della giustizia.

Ha una sete inestinguibile di giustizia, ma la sua giustizia e’ sempre imperfetta, finanche ingiusta.
Cosa vuol dire allora la ricerca della giustizia? Che ricerca di senso c’è dietro?

3. L’uomo che scivola nel peccato e che si allontana dalla casa del Padre, come Pinocchio, che pensa di poter fare tutto da se’, cade sempre più verso il nulla.

Conosce la notte e finisce per scambiare certi aspetti come idoli; povero illuso (!), e, senza più un padre, finisce per avere un padrone. Nella sua caduta, al massimo grado, l’uomo può arrivare anche all’autodistruzione, come il Pinocchio di Collodi che si addormenta vicino al fuoco (il sonno della ragione) e gli bruciano i piedi.
Che idoli abbiamo nella nostra vita?

Continua a leggereDomande intorno al Pinocchio di Nembrini

Abbiamo incontrato i maestri presepisti che hanno realizzato il presepe nella nostra Chiesa (e pure quello che trovate all’ingresso dell’oratorio e davanti alla casa di don Fabio).

Mario, Giampiero, Roberto, Tonino, Massimo, Domenico, Mario, Gioele, Volturno e Gigi, con passione, hanno trascorso intere serate per far sì che fosse pronto per l’Immacolata.

È interessante il racconto del dietro le quinte, perché è l’occasione di una vera e propria Catechesi.

Si comincia dal recupero della struttura in polistirolo che era stata utilizzata per alcune stazioni della Via Crucis cittadina con l’Arcivescovo. Essa riprende nuova vita e nelle 3 finestre in alto presenta 3 tappe della vita di Gesù: l’annunciazione a Maria, la cometa con la visita dei Magi e la fuga in Egitto. Tre passaggi che si svolgono nell’arco temporale di 9 mesi e che iscrivono la vicenda del Bambino nella realtà storica. Cristo entra nella Storia.

All’estrema destra l’episodio del Battesimo di Gesù alle acque del Giordano con la figura fondamentale di Giovanni Battista, il cugino di Gesù; “ci affascinava questa figura – spiega Gigi – che le letture della liturgia domenicale ci presentano nelle domeniche di Avvento. Giovanni è il cugino di Gesù, ma i due si incontrano una sola volta, aL Giordano. Il Battista è colui che indica, che mostra la grandezza di un Altro che deve venire. Questo il suo compito per tutta la vita”.

All’attenzione narrativa, i nostri presepisti accompagnano l’attenzione alla luce, che acquista anch’essa significato.

“L’ora migliore per vederlo è tra le 15.30 e le 16.30, specie se la giornata mostra un po’ di sole. La luce azzurra dice il freddo di quelle terre, in Palestina, a dicembre, di notte, può fare molto freddo!”

Le aperture della struttura di polistirolo guidano lo sguardo, creano una cornice, che può essere quella della Chiesa, una Chiesa in costruzione, quale è la Comunità Cristiana.

Entriamo in Chiesa ed entriamo nel presepe e noi allora siamo nel presepe. E quel bimbo che nasce indica la Chiesa che sta nascendo.

Continua a leggereIl presepe ….e chi lo fa: grazie ai nostri presepisti

Tanti i biglietti e i messaggi di auguri che ciascuno di voi avrà ricevuto in questi giorni.

Un amico, sapendo la nostra preferenza per la poesia, capace di esprimere, più di altre forme d’arte, alcuni concetti, mi manda questo scritto di Pier Paolo Pasolini:

“Solo l’amare, solo il conoscere conta,

non l’aver amato, non l’aver conosciuto.

Dà angoscia il vivere di un consumato amore. L’anima non cresce più.”

Amore declinato al presente, non in un passato, che non è più, neppure in un futuro, sempre rimandato.

Cominciamo ad amare ora, subito. All’infuori di questo tutto è triste, tutto è buio.

Come ricordava don Fabio nell’omelia di Natale, la Luce è entrata nel mondo, la Luce arriva, si fa spazio tra le tenebre. E noi abbiamo la rotta da seguire.

Continua a leggereSolo l’amare conta

Secondo la tradizione, nell’antichità si accendeva un cero e si lasciava bruciare per tutta la notte della Vigilia in simbolo dell’attesa di Gesù.

“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”

Vi invitiamo, nelle case della nostra città, la sera della Vigilia di Natale, a mettere un lume alla finestra.

E’ segno di quella speranza della notte santa che da cristiani desideriamo condividere e annunciare a tutti con semplicità.

Alle h. 19.45 su Radiorizzonti FM 88 o in streaming su www.radiorizzonti.com ci ritroviamo per un momento di preghiera col Prevosto, che ci guiderà in questo gesto.

 

Continua a leggereLume dell’attesa

Ecco il messaggio per il S.Natale firmato dal nostro arcivescovo, che la Diocesi ci chiede di diffondere.

Nel mio presepe quest’anno non ho costruito colline né disegnato cieli stellati, non ho messo statuine d’arte né meccanismi portentosi che muovono braccia di fabbri, accendono luci, trascinano pecore verso la grotta di Betlemme.

Quest’anno il mio presepe è fatto di musica e parola, è un presepe di cantici.

Se potete fare silenzio e vi ponete in ascolto, riuscirete forse a sentire anche a casa vostra il cantico dei pastori del mio presepe.

Il cantico dei pastori è testimonianza. Non abbiamo meriti, non abbiamo sapienza, non abbiamo mandato.

Abbiamo visto e rendiamo testimonianza.

Siamo stati disturbati nella notte e invitati a partire: ma vi diciamo che ne valeva la pena.

L’umiltà del Bambino incoraggia anche noi che non valiamo niente e non godiamo di nessun prestigio a dire una parola, a contagiare con la gioia, a invitare al cammino. Siamo testimoni: non attiriamo l’attenzione su noi stessi, ma siamo lieti che anche voi andiate fin là, dove c’è il motivo della nostra letizia.

Siamo testimoni: dobbiamo dire semplicemente quello che abbiamo visto e nessun complicato ragionamento, nessun disprezzo che ci mette in ridicolo, nessuna minaccia che ci vuole zittire, nulla può convincerci a tacere quello che ci è stato donato. Siamo stati amati. Proprio noi, povera gente da nulla, siamo stati amati e quel bambino ci ha resi capaci di amare. Di questo diamo testimonianza.

I pastori sono testimoni e il loro cantico condivide la sorpresa, l’esperienza e il suo frutto.

mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Continua a leggereIl cantico dei pastori. Natale, testimonianza da offrire (mons. Delpini)

Chi ha vista buona avrà notato un cartiglio, simile ad una pergamena antica, sull’architettura in polistirolo che racchiude quest’anno il presepe della nostra Chiesa.

È una bellissima riflessione sulla Chiesa, tratta da i Cori da ‘La Rocca’ del poeta e scrittore americano T.S. Eliot.

Ve la riportiamo per intero, anticipo di un lavoro che ci aspetta ogni giorno, quello della dimensione testimoniale della Chiesa.

 

SEMPRE IN CAMMINO

In luoghi abbandonati

noi costruiremo con mattoni nuovi

vi sono mani e macchine

e argilla per nuovi mattoni

e calce per nuova calcina

dove i mattoni sono caduti

costruiremo con pietra nuova

dove le travi sono marcite.

Costruiremo con nuovo legname

dove parole non sono pronunciate

costruiremo con nuovo linguaggio

c’è un lavoro comune una Chiesa per tutti

è un impiego per ciascuno, ognuno al suo lavoro…

E la Chiesa deve sempre edificare, e sempre decadere,

e dev’essere sempre restaurata.

Noi subiamo le conseguenze di tutte le cattive azioni del passato:

dell’ignavia, dell’avarizia, della gola, della dimenticanza

del Verbo di Dio, dell’orgoglio, della lussuria,

del tradimento, di tutte le azioni peccaminose.

 

Non esiste vita se non nella comunità,

e non esiste comunità, se non è vissuta in lode di Dio.

Persino l’anacoreta che medita in solitudine, per il quale

i giorni e le notti ripetono le lodi di Dio,

prega per la Chiesa, il Corpo di Cristo incarnato.

Continua a leggereLa Chiesa secondo Eliot (dal cartiglio del presepe)

Con don Federico e suor Silvia abbiamo visitato e portato la benedizione di Dio a una parte delle famiglie della nostra comunità.

È Gesù stesso che è entrato nelle nostre case. È Lui che entra nel mondo e noi dobbiamo lasciare che il desiderio del nostro cuore, quel desiderio infinito di felicità, si liberi.

Cristo sarà già presente, dicendoci, come a Zaccheo “oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5).

 

Come continua la carezza di Gesù, la sua benedizione?

Nella vita della Comunità, nei Sacramenti vissuti, nell’ascolto (che diventa vita) della sua Parola.

Buon Santo Natale del Signore!

don Fabio

Continua a leggereLui entra nel mondo – gli auguri di don Fabio

Un amico ci suggerisce di ascoltare il Piano Concerto n.3 di Rachmaninov, datato 1909, che forse alcuni di voi ricorderanno come ‘Rach 3’  presente nel film Shine, uscito nel 1996. Lo proponiamo anche a voi.

In questa 5ª domenica di Avvento, con il Natale che si avvicina a grandi passi, lasciamo spazio alla musica, linguaggio che spesso esprime in modo compiuto desideri, stati d’animo, volontà umane.

Un brano impegnativo (l’esecuzione dura ca. 40 minuti), uno dei pezzi più difficili per il virtuosismo tecnico e la padronanza e la resistenza fisica richieste al pianista.

Ma, ascoltandolo, scoprirete che dentro alle note forti e drammatiche c’è tutto l’impasto della nostra vita: il mangiare, il bere, il ridere e il piangere, le fatiche quotidiane, la stanchezza fino a dormire.

Alla fine, però, di questa ‘lotta’ le note ci danno pace.

La resistenza di una positività delle cose emerge, invade mente e cuore.

Le tenebre del mondo sono vinte. Arriva Natale.

 

Qui il link da YouTube nell’esecuzione di Horowitz, uno dei pianisti che più rese celebre il brano.

 

Continua a leggere5ª di Avvento: spazio alla musica