Discernere significa stare dentro la storia sapendo distinguere il bene dal male, non secondo i criteri scelti dal mondo, ma secondo i criteri suggeriti dallo Spirito.

Discernere è un’arte che richiede attenzione e vigilanza.

Il saper vedere, ascoltare e pensare:

dimensioni fondamentali per entrare in un rapporto di conoscenza con la realtà, gli eventi, le persone e per vivere in modo maturo e responsabile la fedeltà al progetto di Dio dentro le vicende degli uomini.

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“La conversione è l’effetto della tua notte toccata dall’allegria della Luce” (Ermes Ronchi)

Dio ci salva, ma lo fa spesso creando uno spazio di separazione, un vuoto, per far posto al cammino che siamo chiamati a fare per raggiungerlo.

E nella liturgia di questo tempo, torna di continuo l’immagine della luce, al punto che la reclamiamo addirittura con queste parole:

“Dio ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto”.

Il cammino e la meta.

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Questo il titolo del messaggio del diac. Roberto Pagani, Responsabile Servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo, che ci introduce alla  Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani:

“Potente è la tua mano, Signore (Es 15,6)” è il tema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2018: il cantico celebra la vittoria di Dio contro le forze del male in relazione all’evento fondatore della fede di Israele.

In Diocesi è stato indetto un Sinodo minore dal titolo “Chiesa dalle genti”, che vuole rileggere i processi di cambiamento in atto per coglierne l’azione dello Spirito.Processi che riguardano tutte le chiese cristiane, anch’esse rinnovate dalla presenza di fedeli da tutto il mondo.

Il programma della Settimana si caratterizza per le celebrazioni dei vesperi secondo le diverse tradizioni, così da offrire la possibilità di incontrare una comunità che celebra la sua fede.

Il 25 gennaio nel Tempio Valdese, alla presenza di mons. Delpini, verrà celebrato il 20° anniversario dalla nascita del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, che ebbe un forte impulso dal cardinal Martini.

Il cammino di questi anni è stato entusiasmante e non sempre facile: si sono superate le diffidenze iniziali con una stima fiorita in vera amicizia.

La situazione oggi è molto diversa, come dice il convegno del 20 gennaio dal titolo “Ecumenismo 2.0”, teso a sottolineare ciò che lo Spirito sta suscitando.

La serata per i giovani del 22 gennaio in sant’Ambrogio vede coinvolte le comunità giovanili ortodosse romene, copte, russe, e quella metodista che ha al suo interno un gruppo di giovani ghanesi; per la nostra Diocesi hanno collaborato la Pastorale Universitaria e i Movimenti.

Una preghiera, una cena in cui ciascuno porta piatti tipici del proprio paese, e tanti canti natalizi (liturgici e popolari) delle diverse tradizioni eseguiti a turno dalle varie comunità.

Incontrarsi e riconoscersi reciprocamente porta a scoprire che il cuore di ciascuno ha le stesse domande e gli stessi desideri, e l’affetto per la persona di Gesù ci fa sperimentare, nella diversità suscitata dallo Spirito, che siamo fratelli perché figli di un unico Padre.

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In vista della Settimana dell’educazione (21-31 gennaio), è utile recuperare alcuni significati:

Quando parliamo di Comunità educante a chi ci stiamo riferendo?  Nel vissuto quotidiano è immediato pensare all’insieme degli operatori pastorali dell’oratorio. Non è sbagliato, purché non si perda la consapevolezza che chi si dedica all’azione educativa può farlo solo se inserito in un vissuto ecclesiale vivo.

Occorre andare oltre un’idea unicamente organizzativa della Chiesa e sentirsi inseriti nella richiesta del nostro Arcivescovo Mario: recuperare il desiderio di iniziare subito il Regno di Dio.

Continua a leggereComunità educante: tutti in gioco

Domenica 21 gennaio, h.17.00 riprendono gli incontri del Gruppo Giovani Famiglie.

In questi giorni abbiamo ricevuto una lettera speciale, che immaginiamo scritta da Giuseppe a Maria:

“Non si può amare ‘una’ persona, ma occorre amare ‘quella persona’, con la sua storia e il suo carattere. L’amore comincia sempre dove ti trovi, ma ti porta sempre altrove. (…)

Il posto che abbiamo nel mondo non è frutto di una nostra scelta, bensì di una nostra scoperta. In quella grotta, quella notte, non la smettevo di guardarti e di domandarmi dove la vita ci avrebbe portato.

Non tutti i giorni sono stati facili, con litigi, incomprensioni, paure.

Quando Gesù si è perso a Gerusalemme, dove eravamo andati per la Pasqua, ho afferrato che nemmeno tu, mia dolce Maria, puoi bastare al mio cuore. Tu non sei tutto, tu sei l’inizio di tutto.

Gesù: la sua presenza è quello di cui abbiamo bisogno.

Averlo in casa riporta tutti e due di fronte ad un Mistero più grande, nel quale era possibile pensare di amarsi.

Io non posso amarti per quel che mi dai, ma per quel che ridesti in me.

Se misuro le aspettative con quanto realizzato, non ci sarebbe futuro.

Se guardo a come sono cresciuto e cambiato, non ho dubbi: questa vita con te può essere per sempre.

Ho capito che la mia famiglia è il DOVE il mio cuore può incontrare quel Tutto che aspetta da sempre e che ho iniziato a chiamare Paradiso.”

(stralci da un articolo – per segnalazione di Giordano – di Federico Pichetto da IlSussidiario.net)

Continua a leggere‘Giovani Famiglie’: amare per quel che si ridesta

“Le responsabilità sono troppo gravose, le questioni troppo complicate, le vicende personali e delle diverse aggregazioni sono troppo numerose e intricate perché si possa immaginare che un uomo solo possa orientare il cammino di tutti in modo sapiente e lungimirante.

Neppure è saggio e lungimirante lasciare che ciascuno faccia le sue scelte, che ciascuno proceda o stia fermo, innovi o ripeta, come gli sembra meglio affrontando le questioni inedite che caratterizzano questo nostro momento storico.

Si direbbe che <ci vuole un Sinodo>.”

Sono le parole della lettera del nostro Arcivescovo, con cui spiega le ragioni che hanno portato ad indire un Sinodo delle genti.

Ci mostra un metodo – e che metodo ! – nell’affrontare le sfide che ha davanti la comunità dei credenti, la gente della nostra Diocesi e chi a Milano vive e lavora.

Domenica 14 gennaio 2018 alle h. 16.00 a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio, inizia il Sinodo minore sul tema “Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive” annunciato da mons. Delpini lo scorso novembre.

Siamo invitati ad accompagnare con la preghiera questo momento di grazia e di impegno.

Continua a leggereCi vuole un Sinodo (questione di metodo)

Foto dalla Terrasanta. A commento, il verso di un canto: “Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai”.

Secondo noi, la foto più bella. Forse, l’ora più bella del giorno. Il tramonto, in cui il sole, prima del suo commiato, ci rivolge ancora una volta lo sguardo.

Siamo tentati di andare a riposare. In fondo, abbiamo fatto il nostro lavoro, che altro?

Il richiamo è di stare attenti: dopo che abbiamo vissuto esperienze molto belle, non basta archiviare il tutto.

Non si può mettere in tasca il mistero.

Occorre sempre rifare il cammino.

Abbiamo e avremo ancora bisogno di quel sole, della Luce di Cristo, per fissare lo sguardo, avere la giusta tensione del  cuore …per lasciare anche noi una scia di luce.

Continua a leggereAl tramonto: non si può mettere in tasca il mistero

Luisa ci manda gli auguri per la festa dell’Epifania con questa riflessione:

“Per incontrare il Dio che si fa Bambino non basta avere sapienza o conoscenza.

Occorre seguire la stella, come i Magi, per vedere dove il Signore ha deciso di abitare e di mostrarsi.

Come i Magi, occorre saper intuire che Dio dissemina nella nostra vita tanti segni per farsi riconoscere.

Basta avere gli occhi giusti, allenati a scrutare questi segni, per non perdere l’occasione di incontrare Gesù.

Chiediamo di non perdere mai il desiderio di sapere leggere i segni che Dio lascia presenti nella nostra vita.”

L’augurio è per tutti. Come ricordava don Armando nell’omelia di oggi: uno sguardo nuovo, uno sguardo vero sulla realtà.

Continua a leggereLeggere i segni

Una frase dalla Terrasanta. Don Fabio ricorda che “il Cristianesimo non concepisce la solitudine, ma cerca continuamente la comunione.”

Fa ripensare alla serata intorno al Pinocchio di Nembrini,  una settimana fa.

Elisa, tra i tanti interventi, ci parlava di libertà e diceva con forza (commossa) che per lei è vero, perché sperimentato (nella sua storia, nella sua vita) quanto scritto a pag.39:

Tu sei i legami che ti costituiscono. Più una persona ha legami, e più è una personalità forte, altro che non dipendere da nessuno.(…)

La libertà è la coscienza che hai dei legami che ti costituiscono e la forza con cui li vivi. E la criticità con cui li vivi, anche: non come uno schiavo, uno sciocco (…).

La forza di una persona è la sua storia, cioè i legami che ha, la tradizione da cui proviene, quel che c’è dietro, la ricchezza di un passato, la forza di una storia. È perché apparteniamo che siamo forti: se uno non è di nessuno non esiste.”

Ricordo che nella pagina dedicata trovate tutto il racconto dalla Terrasanta.

Continua a leggereTu sei i legami che ti costituiscono

Tante immagini e pensieri ci stanno regalando in questi giorni i pellegrini in Terrasanta; li trovate nella pagina dedicata (una testimonianza preziosa!).

Una foto mi arriva e mi colpisce: e’ la preghiera del Padre Nostro.

Forsa la prima delle preghiere che si insegnano ai bambini.

Un verso mi tormenta, da sempre: “sia fatta la sua volontà” . Facile a dirsi.

Senza pensare ai tragici fatti di cronaca che hanno segnato la fine dell’anno (e pure questi primi giorni di gennaio), anche la nostra comunità è segnata  da drammi grandi e piccoli che ci interrogano.

Come si da a dire “così vuole il Signore. Sia benedetto il nome del Signore”?

Serve tanta fede. Un cammino. Delle prove. Forse non basta una vita.

In questo nuovo anno è l’augurio che faccio a ciascuno: poter arrivare a dire, senza paura, “sia fatta la tua volontà”. Altrimenti, “se non e’ vero questo, non potremo più pronunciare il Padre Nostro”.

Saremmo degli ipocriti.

 

Continua a leggereSia fatta la tua volonta’