Lo scorso 29 novembre, il gruppo “Amici del giovedì” si è trovato in oratorio per gustare insieme una buonissima cassuoela.

I presenti sono stati molto soddisfatti e dopo il pranzo hanno cantato, accompagnati dal bravissimo Paolo. Cosa ci insegnano?

Emerge chiara l’esperienza che mangiare è un atto di rapporto, non solo una necessità del corpo biologico. Si mangia sempre con un tu.

E l’uomo lo fa con piacere e…con soddisfazione.

Se si sta bene a tavola, non ci si nutre solo delle sostanze contenute nei cibi, ma anche delle belle parole che i commensali si offrono reciprocamente.

Si mangia anche la compagnia di coloro che siedono a tavola con noi.

Curare la tavola, preparare con cura i piatti è uno dei modi per trattare bene noi stessi e gli altri.

E chi si siederà con noi, sentirà che ci è caro, preferito e onorato.

Continua a leggereSi mangia la compagnia di chi siede con noi

Torniamo sulla domanda “Per chi vivi?” che avevamo proposto lo scorso settembre in occasione della Giornata per il seminario (per chi volesse leggere l’articolo, si trova nell’archivio di settembre 2018).

Chiedersi “per chi vivo?” è fondamentale.

Il Papa Francesco invita i giovani – ma la questione vale per tutti – a pensare la propria vita nell’orizzonte della missione.

Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: Ma chi sono io?

Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu.

Ma domandati: Per chi sono io?”*

Solo questa domanda illumina davvero le scelte di vita, perché sollecita ad assumerle nell’orizzonte del dono di sé.

È questa l’unica strada per giungere a una felicità autentica e duratura!

La Colletta Alimentare, a cui tanti di noi, giovani e meno giovani, hanno partecipato, si inscrive come gesto in questa cornice.

Di una vita donata… perché tanto ha ricevuto, perché è grata al Signore, si sente voluta bene e per questo si muove.

 

 

*Discorso alla Veglia di preghiera per la Giornata Mondiale della gioventù, Basilica di Santa Maria Maggiore, 8 aprile 2017.

Continua a leggerePer chi vivi? (la domanda è cruciale)

Don Fabio, Giulio e Francesca sono stati protagonisti, qualche settimana fa, di un viaggio in Africa. Destinazione Kinshasa, capitale del Congo, ospiti della missione avviata da tempo da mons. Antonio Barone.

Questo prete ha un’intuizione grande: si rende conto che in un Paese così povero, non c’è solo l’emergenza alimentare e sanitaria, ma anche una povertà culturale.

È così che crea un centro che faccia crescere ragazzi e giovani da un punto di vista umano, intellettuale e spirituale, che oggi è il Foyer Universitario St Paul a Kinshasa.

Qui, due preti e un gruppetto di laici del COE (Centro Orientamento Educativo), aiutati da mons.Barone, accolgono bambini, adolescenti ed universitari, per accompagnarli in un percorso di crescita e di studio.

La missione non è mandare soldi o aiuti materiali in Africa, neppure comprare un manufatto artigianale di quei Paesi, la missione è anzitutto questione di fede.

Don Fabio, nel suo andare, ha scoperto/riscoperto il volto buono di Gesù, anche nelle pieghe del continente africano.

Cosa porta a casa?

La conferma (e ancora e sempre la sorpresa) del fatto che il cristiano abbraccia tutto. Tutto e tutti.

Il foyer accoglie circa 170 persone, che vanno dai bambini agli universitari, ammessi purché siano poveri, intelligenti e cristiani. Fanno un test e un colloquio individuale. Si investe su di loro.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, la frase che accoglie chi arriva al centro.

I ragazzi cantano, pregano, con una bellezza incredibile. Studiano, cercando l’eccellenza. Hanno sogni, speranze. Spesso sono “figli del cielo”, quando sono stati raccolti dalla strada.

Per la nostra comunità questa testimonianza è un segno grande di Colui che arriva “fino ai confini della terra” attraverso noi cristiani.

Che il nostro cuore e la nostra mente, crescendo nella fede, sappiano davvero abbracciare tutto e tutti.

Perché Cristo è il Tutto che è in tutte le cose.

Continua a leggereIl cristiano abbraccia tutto e tutti (voci dal Congo)

Siamo stati tanti a diventare volontari della Colletta di sabato 24 novembre, promossa come ogni anno da Banco Alimentare.

Ben 145.000 si legge dal sito dell’associazione.

Tanti i volti dei saronnesi, anche della nostra parrocchia, giovani e meno giovani, in campo per dare una mano.

E che hanno regalato sorrisi, condivido fatiche, imparato a collaborare.

Hanno sperimentato  tutto il sapore della gratuità.

Continua a leggereVolti di Colletta

Siamo entrati ieri nella 2ª settimana di Avvento.

Qualche giorno fa, vi abbiamo invitato a vivere la vita della Comunità in questo periodo di preparazione al Natale. Ebbene, ci avete preso in parola.

Qui sotto troverete tante foto: sono i momenti che avete, anzi abbiamo vissuto.

Sabato 24 novembre al pomeriggio i bambini di III elementare hanno ricevuto la loro 1ª Confessione, a cui e’ seguito un bel momento di festa con i gentori in oratorio.

Domenica 25 novembre il pranzo comunitario, con grande allegria.

Nel pomeriggio, i bambini di V elementare hanno fatto una merenda dei popoli, speciale, partendo da un biscotto come unità di misura.

Sr. Donata ha invitato chi educa non solo a dare regole, ma ad essere vere guide. Con don Fabio i bambini hanno pregato e ringraziato per quanto ricevuto. Il tutto si è concluso con una merenda molto ricca, con una buona partecipazione di bambini e genitori.

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Come aiutare i nostri figli a diventare grandi, anche a scuola?

Me lo domandavo venerdi’ scorso, 16 novembre, andando a sentire Luigi Ballerini alle Orsoline. Focus della serata: l’alleanza scuola famiglia. E’ davero possibile parlare di alleanza?Vediamo gli spunti che mi porto a casa.

Educare è aiutare i nostri figli a diventare grandi, a cavarsela da soli e a gestire le situazioni che si trovano ad affrontare, perché vivano da protagonisti.

Quanti errori facciamo! Quando riduciamo la vita dei nostri ragazzi alla scuola e poi la scuola al voto. Una riduzione al quadrato! E quando con i compiti perdiamo un’occasione di educazione al lavoro; li invitiamo a farli, in fretta, quasi fossero una scocciatura. Siamo convinti di educare con le nostre prediche, così prevedibili! Educhiamo davvero quando agiamo, a cominciare dalla faccia che abbiamo la mattina, andando al lavoro. Lì si vede come trattiamo il nostro lavoro.

Non diamo più tempo ai nostri ragazzi. In 1ª elementare vogliamo che sappiamo già scrivere, far di conto e alla prima difficoltà, andiamo in crisi. Li carichiamo di una pressione fortissima. La scuola luogo di prestazione. Abbiamo poca pazienza. Li vorremmo piccoli geni. Ci arrabbiano se non sono come il modello di figli che abbiamo in mente.

Non li stimiamo abbastanza, quando stimarli vuol dire voler bene, anche quando sbagliano. Appaiono forti ma hanno dentro una fragilità incredibile; impariamo a riconoscerla, perché quasi sempre l’insuccesso scolastico è frutto di un malessere o di un problema che ha un’origine extrascolastica.

Riaccendiamo la comunicazione, raccontiamo di noi. Ai figli interessa tantissimo quello che facciamo. Troviamo dei momenti per comunicare davvero, altrimenti il paradosso è che li controlliamo, anche a distanza, ma poi ci perdiamo quello che pensano davvero. A mamma e papà non si deve necessariamente dire tutto, ma si può dire tutto.

Con la scuola, vogliamo togliere loro ogni fatica e siamo pronti a partire all’attacco dell’insegnante che ha una visione differente sui nostri figli. Così angeli buoni a casa e pesti insolenti a scuola. È possibile che i nostri ragazzi, in contesti differenti, si comportino in modi diversi. Se accade, è importante viverla come un’occasione per capire. Parlando con gli insegnanti e avendo a cuore solo il bene dei figli, liberi da pregiudizi.

Stiamo attenti anche a sanzionare eccessivamente i ragazzi, dando punizioni senza il sapore di una correzione vera. Allo stesso modo non promettiamo premi che con la scuola non c’entrano.

A volte basta un bene!, un bravo!, detto con il cuore, guardandoli negli occhi, a dar loro fiducia.

Conterà infine quello che sapremo offrire come prospettiva. Il nostro educare deve essere tutto in offerta, in aggiunta, con proposte che facciano vedere ai nostri ragazzi che la realtà è bella e che è più bello avere un amico di carne, piuttosto che un compagno di giochi virtuale.

 

Continua a leggereEducare: in aggiunta, non in sottrazione

Anche quest’anno proponiamo la lettura di un libro in Avvento.  Abbiamo scelto “L’annuncio a Maria” di Paul Claudel, un capolavoro, definito “il più bel canto della cristianità” del ‘900.

Le pagine hanno un fascino strano e misterioso, ma non perdono mai freschezza: sono verità preziose che ciascuno di noi non finirà mai di sperimentare nel cammino di vita..

Ognuno di noi, leggendolo, può identificarsi con uno dei personaggi, che diventano veri e propri archetipi: Pietro di Craon, il genio che costruisce di cattedrali, Anna Vercors, l’anziano possidente che tutto sacrifica per andare in pellegrinaggio in Terra Santa, Violaine, che umile e lieta abbraccia la vita con semplicità e fiducia pur dentro le più dure contraddizioni, Giacomo, l’uomo giusto che calcola tutto ma non riesce a percepire il mistero.

Leggiamolo, con la voglia di scoprire cos’e’ l’amore.

Sfogliandolo, mi colpiscono due frasi:

Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare in bocca un lebbroso, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto.”

“Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data?

Intuisco che forse sarà capace di generare uomini nuovi.

 

Il libro e’ acquistabile presso la segreteria o la domenica, dopo le SS. Messe,  in fondo alla chiesa (banchetto riviste) al costo di 10 € (edizioni BUR).

Continua a leggereUn libro per l’Avvento, un annuncio che ci sfida

Oggi, domenica 18 novembre, comincia l’Avvento ambrosiano. 

Vogliamo fare una semplice proposta: vivere la vita della comunità in questo tempo forte dell’anno, perché crediamo che sia un aiuto per il cammino di fede che ci porta al Natale.

Un anticipo lo abbiamo avuto la scorsa settimana, con la castagnata in oratorio.

Lo vivremo la prossima, con il pranzo comunitario in oratorio domenica 25 novembre.

Vi accorgerete che tante saranno le proposte in questo Avvento. Le troverete sull’informatore e su questo sito.

Scegliete di esserne protagonisti, in tutto o in parte.

Fatevi trovare da Colui che vi cerca!

Continua a leggereVivere la comunità in Avvento

Domenica 11 novembre, un bel gruppo di ragazzi di I media, con i loro genitori, hanno fatto una visita guidata al Santuario di Saronno.

Hanno ragionato attorno a San Giovanni Battista, testimone della verità e figura di colui che indica Uno più grande che verrà dopo di lui, che viene anche per noi oggi, anzi è già venuto.

Basta riconoscerlo!

E la bellezza dell’arte è via per saper vedere una bellezza più grande.

E’ indice, indicazione.

E le istantanee di questa domenica insieme lo testimoniano a tutti.

Continua a leggereI media al Santuario: domenica di arte e bellezza