Liberi e forti. Che grande respiro poterci pensare così, nel cammino della vita! Che prospettiva alta!

In queste settimane don Luca ci propone la lettura dell’”Appello ai Liberi e Forti” che scrisse don Luigi Sturzo 100 anni fa, nel gennaio 2019, alla fine della Grande Guerra e in un’Italia provata, dove era forte la tentazione di soluzioni facili (e la paura era tanta, lì si getteranno i semi che porteranno alla dittatura fascista).

(Integrale)

A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà.

E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni Paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i Paesi uniti nel vincolo solenne della ‘Società delle Nazioni’.

E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.

Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, l’uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffattrici dei forti.

Al migliore avvenire della nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano – che per virtù dei suoi figli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldata la coscienza nazionale, dedichiamo ogni nostra attività con fervore d’entusiasmo e con fermezza di illuminati propositi.

Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali.

Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, non solo agli individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gustose tradizioni italiche.

Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo.

Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.

Le necessarie e urgenti riforme nel campo della previdenza e dell’assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere all’elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incremento delle forme economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopoguerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.

Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, ispirandoci ai saldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell’Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi, di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismi settari, che nella forza dell’organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.

A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma.

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Trovate qui il documento con il resoconto economico dell’esercizio 2017/2018 per la nostra parrocchia

Rendiconto Regina Pacis 2019 – Scarica

Anche la Chiesa deve fronteggiare il tema della buona gestione dei soldi. E lo deve fare con uno stile essenziale, sobrio, pochi fronzoli e tutta sostanza.

Il contributo di tutti è fondamentale. Con le molte iniziative organizzate nel corso dell’anno è stato possibile coprire senza affanni le spese di manutenzione e di gestione.

Un sogno che vorremmo realizzare? La pulitura del mosaico della Madonna nell’abside, che non è ancora stata fatta dall’anno della sua realizzazione.

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Domenica scorsa abbiamo ascoltato il Vangelo sulla porta stretta che ci invita a varcare Gesù.

Proviamo a metterci nei panni di Gesù.

Hai varcato la porta stretta quando Tu, Figlio del Padre, ti sei fatto uomo e sei nato a Betlemme, accolto da poveri pastori.

Hai varcato la porta stretta quando sei cresciuto nel silenzio di Nazareth, conosciuto come il figlio del falegname.

Hai varcato la porta stretta quando sei andato al Giordano per il battesimo di Giovanni e a Cafarnao per scegliere pescatori e pubblicani per farne tuoi discepoli.

Hai varcato la porta stretta quando annunciavi il tuo Vangelo ai peccatori e ai poveri, quando sanavi il lebbroso, lo storpio, il cieco, quando hai sfamato le folle moltiplicando i pani e i pesci.

Hai varcato la porta stretta quando, rinnegato e condannato a morte, sei morto crocifisso tra due malfattori.

E anche da Risorto hai varcato la porta stretta, affidando la notizia della tua vittoria a donne e apostoli impauriti.

Infine hai varcato la porta stretta donando lo Spirito Santo a chi ti aveva rinnegato, abbandonato, lasciato solo e così li hai resi testimoni della misericordia di Dio sul peccato e sulla morte.

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Il prossimo 20 ottobre saremo chiamati a rinnovare i membri del Consiglio Pastorale e degli Affari Economici della nostra comunità: ecco l’ultima parte del messaggio pervenuto sul tema dal Vicario mons. Franco Agnesi.

Dobbiamo accettare con pazienza di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione di risultati immediati. Senza scoraggiamenti.

Come dice il Papa, “il tempo è superiore allo spazio” e “la realtà conta più dell’idea”, per cui occorre uno stile davvero orientato al bene comune.

Ai Consigli Pastorali è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore viva il rapporto con il Signore, riconosca che la vita è grazia, vocazione e missione.

I Consigli Pastorali vigilino perché la comunità sia come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta.

Continua a leggereCome camminare (parte 2ª)

Torna la rassegna stampa, in versione estiva: proponiamo la lettura di questo articolo, pubblicato su Avvenire il 20 giugno u.s.

Titolo: Meno auto-centrati per emozioni regolate, di Mariolina Ceriotti Migliarese, psicoterapeuta.

Si sa, in estate, con il caldo e la stanchezza, siamo tutti un po’ nervosi e capita che le relazioni – anche quelle più care – vadano un po’ in tilt. L’articolo però ci invita a non autoassolverci: il passaggio dal bambino all’adulto sta anche nel saper far spazio, capire che nessuno di noi è il centro del mondo, nè si è fatto da sé…ma ha bisogno dell’altro.

Abbiamo bisogno del due della relazione e del tre dell’apertura alla vita e al mondo.

Buona lettura!

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/meno-auto-centratiper-emozioni-regolate

Continua a leggereAbbiamo bisogno del due e del tre

Nel mese di giugno abbiamo anticipato che il prossimo 20 ottobre saremo chiamati a rinnovare i membri del Consiglio Pastorale e degli Affari Economici della nostra comunità.

Proseguiamo ora l’approfondimento con le parole del Vicario mons. Franco Agnesi.

Questi due consigli non sono solo lo strumento di decisione comune, ma sono anzitutto l’immagine della fraternità e della comunione tra tutti noi.

Possiamo camminare davvero insieme se custodiamo il dono della comunione e la coscienza della corresponsabilità.

Come si fa?

Dimorando nello stupore, ci dice Delpini. Lo stupore ci rende leggeri, lieti, contenti.

Stando a proprio agio. Intraprendenza e creatività, se vissute con costanza e saggezza, fanno affrontare i problemi e infine sanno far convivere con essi, quando non si riesce a risolverli.

Continua a leggereCome camminare

Delpini incontrando i giovani fidanzati il marzo scorso nella basilica di Sant’Ambrogio, così diceva:

Siate una profezia di pace. Una società dove la famiglia è trascurata, è malata di una tristezza inguaribile. Siate una testimonianza che la vita è capace di generare vita, che l’esistenza non è un’avventura solitaria, ma un affidamento gli uni agli altri.

Un uomo e una donna che si amano e che si sono messi in cammino per prepararsi al matrimonio cristiano vivono momenti esaltanti e altri momenti di ordinario tirare avanti.

Ma la promessa di Gesù è di essere con i suoi discepoli tutti i giorni.

Continua a leggereGesù è con voi tutti i giorni

Padre,

A volte non comprendiamo il perché di alcune situazioni nelle quali ci imbattiamo nella nostra quotidianità.

Tu ci dici di non temere e di non avere paura ma di affidarci a Te, come ha fatto Giuseppe il quale ha trovato luce e consolazione nella Tua Parola.

Donaci una fede capace di agire sempre così.

Amen.

Continua a leggereQuotidianità

La tenerezza è la forza dell’amore umile”, diceva il grande Dostoevskij.

Oggi forse abbiamo tutti bisogno di riscoprire un po’ di tenerezza, nel trattarci gli uni gli altri.

Tenerezza deriva dal verbo tendere: andare verso. Implica l’uscire dall’egoismo individuale per ascoltare il cuore che parla ad un altro cuore.

Tenerezza non è solo femminile; non va confusa con debolezza o sdolcinatezza.

È piuttosto il guardare gli altri senza giudicarli, il tendere la mano, fare una carezza: insomma è una virtù dei forti, di chi sceglie di vivere pienamente.

Alla ricerca della tenerezza perduta: in famiglia, a scuola, nelle nostre comunità.

La tenerezza è un po’ la grande assente oggi della società civile.

Occorre il recupero dell’incontro, della dimensione di un sentire condiviso.

Allora sì, la tenerezza spunterebbe ovunque.

Continua a leggereLa tenerezza è forza

In autunno ci sarà il rinnovo dei consigli pastorali per molte parrocchie della diocesi di Milano. Abbiamo promesso una serie di articoli sul tema. Ecco il secondo.

La Chiesa nasce dal dono dello Spirito Santo ed è chiamata a lasciarsene accompagnare e guidare per crescere nella conoscenza del Signore e nella testimonianza.

Con il Battesimo tutti noi siamo entrati a far parte della Chiesa e, come dice San Paolo, “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.”

Tra queste manifestazioni particolari dello Spirito c’è anche il CONSIGLIARE, dentro un CAMMINO DI PARTECIPAZIONE e COINVOLGIMENTO PERSONALI.

Due possibili vie? Il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari Economici.

Prova, caro lettore, a riflettere, se il consigliare è un dono che puoi mettere a frutto per il bene della comunità cristiana in cui sei inserito.


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