Continua il viaggio dei nostri pellegrini. Terza puntata.
04.01.19
La giornata di oggi ci lascia a bocca aperta; difficile descrivere ciò che ci ha attraversato il cuore nel sito archeologico di Petra.
Storia, natura, colori, forme, roccia, uomo, religione, culti: tutto si mescola, si fonde. Il risultato è spettacolare. Città appartenuta al popolo dei Nabatei, commercianti e guerrieri, Petra era via di comunicazione tra il sud della Penisola Araba e il Mediterraneo. Oggi è la prima delle sette meraviglie del mondo e gli sguardi verso l’alto, lo stupore e la curiosità che pervadono tutti ne sono il segno.
Ognuno porta con sé un raggio di luce, uno scorcio, un momento trascorso nel Canyon o camminando nella zona più aperta. Ognuno conserva un volto incontrato, non solo quello dei tanti turisti, ma soprattutto di tutti quegli uomini e bambini, anche molto piccoli, che lavorano all’interno del sito, vendendo souvenir o aiutando chi fa più fatica con cavalli o asini.
Suggestiva anche la Messa che celebriamo all’interno del sito, tra i resti della chiesa bizantina.
“Tra terra e cielo” oggi è la roccia e la sabbia in cui siamo immersi, ma anche il cielo azzurro che crea un contrasto particolare. “Tra terra e cielo” oggi ci riporta indietro nella storia, come leggiamo nel Vangelo e come spiega don Fabio nell’omelia:
“Ognuno di noi ha una storia, delle radici. È la storia personale di ciascuno, che è necessario riguadagnare ogni giorno”.
In serata arriviamo ad Amman e incontriamo don Pietro, della Parrocchia San Paolo. Ci racconta dei cristiani, una piccolissima percentuale in Giordania, e ad Amman, ma ci racconta anche quanto questi cristiani sappiano dare testimonianza del Vangelo ed essere accoglienti ad esempio con i rifugiati, come è accaduto 6 anni fa dopo la grande ondata dall’Iraq.
“Qui a volte ho bisogno di calmare la gente, nei momenti di difficoltà dico loro: “Dio ci ha posto qui perché voleva che fossimo qui, non da altre parti”.