Con l’Emporio della Solidarietà, questa settimana inizia anche l’avventura dei volontari.
Ecco cosa uno di loro ha scoperto dal convegno di sabato 7 ottobre; riflessione, alla partenza di un servizio.
“Il bene va fatto bene.
Ed io devo essere disposto ad incontrare l’altro e a fare un pezzo di strada insieme a lui. Andando oltre il fare.
Si tratta di assumere un bisogno, che è quello di cibo, per far recuperare in qualche modo all’uomo la capacità di sognare.
Ma non solo: assumere il suo bisogno e cercare di rispondervi, mi fa crescere in responsabilità e…diventa una sfida di vita.
Quindi il mio volontariato si fa strumento pedagogico anzitutto per me, cioè, come dice l’etimo della parola, mi conduce, bambino, mi accompagna nel cammino, mi fa da maestro.
Tutto questo avrà bisogno di tempi per dare frutto (mi educa anche all’attesa).
Infine, non posso scegliere io chi incontrare o meno; però, il condividere un pezzo di strada insieme con chi verrà all’Emporio chiama in gioco la mia libertà. È, e dovrà essere, una mia libera scelta.”
E a questo punto vengono in mente le parole di Lucchini, Direttore di Banco Alimentare, che all’inaugurazione dell’Emporio ha detto più o meno così:
“Recuperando cibo si recupera bellezza. E se la bellezza è lo splendore del vero, come per primo intuì Platone, ecco che il vero emergerà più chiaramente.”