Ieri sera, 2º venerdì di Quaresima, abbiamo ascoltato la testimonianza di Paolo Picchio, padre di Carolina, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo. Alcuni spunti:
I ragazzi vanno abbracciati. Noi genitori non li abbracciamo più. E invece abbracciare è un’appartenenza, è far sentire che ci siamo, nell’accompagnarli nella loro crescita.
Serve una presenza, sempre. E un’educazione.
I social networks non sono più solo strumenti. Ci stanno cambiando la vita.
Sono ambienti da abitare. Con delle regole.
Occorre acquistare consapevolezza e insegnare ai nostri ragazzi come abitare al meglio questi luoghi.
Il cyberbullismo è prima di tutto una questione di valori, che nessuno insegna più.