Gremita – mercoledì 26 settembre – la sala convegni della Curia della Diocesi di Milano. L’evento? La presentazione del libro di A. Scola “Ho scommesso sulla libertà”. Alla tavola rotonda: Luigi Geninazzi (giornalista, scrittore e coautore del testo), Valentina Soncini (docente), Alberto Sportoletti (membro del coordinamento diocesano Associazioni, Movimenti e Gruppi) e lo stesso arcivescovo emerito.
Il libro non è solo l’autobiografia di Angelo Scola e l’intervento del cardinale si trasforma nell’intensa catechesi di un uomo che ha sempre cercato la vicinanza e l’amicizia di uomini grandi. Ha guardato a don Giussani, De Lubac, Von Balthasar, Giovanni Paolo II.
Una costante attraversa la sua vita: la passione nel testimoniare la novità del Cristianesimo e la contemporaneità di Cristo.
Una sfida della libertà abbracciata attraverso i fatti stessi e…in una vita donata.
“Senza nulla da difendere se non l’essenza stessa della fede.”
“La vita va donata“, ripete Scola, ” e questa libertà di donarsi è possibile solo se la vita è segnata da un desiderio che si accende con un incontro. “
Per spiegare fa l’esempio bellissimo dell’immagine del saltatore in alto, che si ferma a metà del salto e si blocca. Questa è una libertà inceppata. Perché non sa più dire oggi il senso della vita.
“Però abbiamo sempre la possibilità di alzare lo sguardo e domandare una novità per il nostro cuore.
Il cristianesimo deve tornare a essere l’esperienza che Cristo fece fare a quei 12 e fa fare ancora a chi lo incontra oggi: essere mossi e animati dal desiderio che una novità appaia nella mia vita per amore, e che si dilati”.
Libertà come appartenenza a Cristo.
Si genera (e quante ne ha fatte l’arcivescovo emerito!) se si è generati.