Chi non vuol diventare grande?
Don Fabio ci lancia una sfida: Quaresima come tempo per diventare grandi. Sentiamo:
La Quaresima come tempo donato, tempo di cambiamento, di rinnovamento giornaliero.
C’è qualcosa, però, che si oppone a questo cambiamento: il demonio ci tenta, suggerendo cose non sbagliate in sé. Ci porta a quei bisogni che sono istintivi, normali, ma sganciati da un Orizzonte più grande. Infatti la tentazione si costruisce sul giudizio, che mette prima l’istinto legato ad un bisogno, lo accontenta, lo giustifica.
La Quaresima ci chiama ad amare l’istante mettendolo in un tempo che è tempo di Dio, il tempo più Grande; ci chiama a porre le piccole cose nel grande Orizzonte che è lo sguardo di Cristo. Il piccolo nel Grande.
Il Suo sguardo si chiama amore e l’amore implica un sacrificio, parola nobile che deriva dal latino sacrum e facere, rendere sacra una cosa.
La Quaresima è la possibilità che l’Amore, con la A maiuscola, possa entrare nella nostra carne e allora i nostri occhi diventano i Suoi occhi, le nostre mani le Sue mani, i nostri piedi i Suoi piedi, il nostro sguardo il Suo sguardo.
Così la dimensione Grande di Dio entra nella fragilità e piccolezza umana e, grazie a questo tempo, ognuno di noi può diventare parte di quella Grandezza.
L’immagine di questo post è l’opera “Covone di spighe” di Maurizio Bottoni, visto per voi alla mostra che si è chiusa di recente a Milano. Avremo modo di parlarvi di questo artista straordinario.