Voglio farvi venire la voglia di andare a vedere le opere di William Congdon, alla mostra che si apre domani. Per non fermarsi alla croce.
Congdon ha accompagnato la sua pittura a molti scritti (appunti, diari, ecc.).
Guardate cosa dice sulla parola limite:
“L’età e i limiti diventano inevitabili. Il limite è il segno fisico dell’Altro che ti sta abbracciando.
Quando è il mistero che ci lega, facciamo una nuova esperienza, in cui la materia diventa strumento, compresa la materia del nostro corpo e delle nostre mani che tremano: vuol dire che urge una nuova forma del tuo dono, in cui puoi usare tutti i tuoi limiti.
Se accettiamo di legarci affettuosamente al Mistero, allora è la risurrezione, e tutto diventa dedizione all’opera di un Altro.”
(Subiaco, 1974)